CHIARA MARINELLI
Cronaca

Va a Cuba con la figlia: condannata

La donna è stata processata per sottrazione di minore. Dovevano restare solo due mesi, ma non è andata così .

L’ingresso del tribunale di Macerata

L’ingresso del tribunale di Macerata

Era andata a Cuba con la figlioletta che all’epoca dei fatti aveva due anni e il padre della bambina la aveva denunciata: condannata per sottrazione di minore una donna di 37 anni. I fatti risalgono a dicembre del 2019 e sono avvenuti in un comune dell’entroterra maceratese. Secondo l’accusa, sostenuta dal pubblico ministero Rocco Dragonetti, tutto era cominciato quando il padre della piccola, che all’epoca dei fatti aveva due anni, aveva denunciato la sua compagna, una cubana da tempo residente in Italia. Nel mese di dicembre la donna aveva manifestato la volontà di tornare nel suo paese natale con la bambina, per trascorrere le festività insieme con i parenti. Lì sarebbe dovuta rimanere per un paio di mesi, anche per risolvere una questione legata alla vendita di una casa nella capitale cubana. L’uomo, che fino a quel momento non aveva mai avuto problemi con la donna, aveva acconsentito, ma per motivi di lavoro era rimasto in Italia. Durante le prime settimane tutto sembrava andare normalmente, poi dopo che era passato del tempo l’uomo aveva chiesto alla compagna di fare rientro a casa. La donna aveva lamentato più volte l’impossibilità di trovare un volo a un prezzo sostenibile in quel momento e il compagno, dall’Italia, aveva acquistato due biglietti aerei per lei e per la figlia. Ma nonostante le promesse e le garanzie che sarebbe tornata con quel volo, la 37enne non sarebbe mai salita a bordo dell’aereo insieme alla bambina, e non avrebbe neppure avvertito il compagno. L’uomo sarebbe rimasto per ore ad attenderle invano, all’aeroporto di Fiumicino. Soltanto in seguito la donna gli avrebbe detto di avere avuto un imprevisto all’ultimo momento, e per questo avrebbe perso il volo. Nel frattempo il rapporto tra i due si sarebbe fatto sempre più teso e distaccato, con telefonate e videochiamate sempre meno frequenti. Alla fine l’uomo, dopo aver capito che la 37enne non aveva alcuna intenzione di fare ritorno in Italia, aveva sporto denuncia per sottrazione di minore. Così lei era finita sotto accusa. Ieri in tribunale a Macerata la donna è stata condannata dal giudice Vittoria Lupi ad un anno, con pena sospesa, e al pagamento di 10mila euro di provvisionali per il risarcimento alla parte civile, cioè il padre della bambina, rimettendo in sede civile per la quantificazione completa del danno. La donna è difesa dall’avvocato Emanuele Senesi, mentre il padre della piccola si è costituito parte civile con l’avvocato Giovanna Cerqua.