Vaccino Covid a Macerata: anziani in coda al gelo

L’ex sottosegretario Conti tra le centinaia di over 80 in fila: costretto a rinunciare, aspetterò il medico di base. Ennesima giornata di passione in via Capuzi: anziani invitati a tornare nel pomeriggio, proteste e ritardi

a coda per il vaccino in via Capuzi

a coda per il vaccino in via Capuzi

Macerata, 23 marzo 2021 - Lunghe attese al freddo, assembramenti, proteste. E alla fine c’è anche chi, esasperato, preferisce rinunciare al vaccino. È stata un’altra giornata di passione quella andata in scena ieri al centro vaccinale nell’oratorio di via Capuzi. Il copione è più o meno lo stesso da settimane, ma ieri la situazione è sfuggita di mano al punto che, a metà mattinata, un volontario della Protezione civile è stato costretto a imbracciare un megafono per invitare i numerosi over 80 in attesa a tornare nel pomeriggio. "Eh no, non ce ne andiamo", sono sbottati a quel punto gli anziani e i loro accompagnatori, indispettiti dall’ennesimo intoppo. Tra le persone in fila ieri c’era anche Giulio Conti, medico in pensione ed ex parlamentare. Accompagnato dal figlio Fabio Massimo, si è presentato in via Capuzi attorno alle 10.30. "Il mio appuntamento – racconta l’81enne ex sottosegretario alla Salute – era nella fascia tra le 10 e le 11. Mi sono messo in fila e ho preso il numero: ero 84esimo e in quel momento era il turno del 31esimo. C’era gente in attesa da oltre un’ora". In via Capuzi le postazioni sono soltanto quattro, con un programma giornaliero di 480 somministrazioni tra prime dosi e richiami.

"Si respirava un certo nervosismo – riferisce Fabio Massimo Conti –. La scena era raccapricciante, perché gli anziani e i loro accompagnatori erano accalcati come sardine. Un paradosso visto che se c’è un posto dove non dovrebbero esserci assembramenti, quello è un centro vaccinale. E invece fuori dall’oratorio c’erano 150/200 persone, soprattutto anziani lasciati all’aperto o sotto tendoni improvvisati con 6/7 gradi. Ho fatto risalire mio padre in auto per evitare che prendesse freddo e io ho provato a capire come procedere".

Dopo mezz’ora di attesa e con la prospettiva di dover aspettare ancora a lungo, Conti (come tante altre persone) ha preferito andarsene. Anche perché nel frattempo un volontario della Protezione civile aveva invitato chi aveva un appuntamento fissato per dopo le 10 a tornare nel pomeriggio. "Attenderò il mio turno come tutti – dice Conti –, ma se le condizioni sono queste è meglio aspettare che comincino le vaccinazioni dai medici di base. Non è possibile che per evitare il Coronavirus debba beccarmi una polmonite". Amareggiato anche il figlio dell’ex parlamentare.

"C’è una grave disorganizzazione – dice –, non c’era un punto di accoglienza, non sapevi a chi chiedere informazioni. I volontari della Protezione civile fanno il possibile, non hanno colpe, ma non è ammissibile che a delle persone anziane sia riservato questo trattamento. In una città capoluogo non si poteva trovare una sistemazione diversa? Personalmente sono rimasto choccato".