Macerata, torna il morbillo. E un genitore su quattro snobba il vaccino

Un caso di morbillo accertato a Macerata e un caso sospetto a Civitanova. I dati sulla prevenzione

Vaccino contro il morbillo

Vaccino contro il morbillo

Macerata, 11 aprile 2017 - Un caso di morbillo accertato a Macerata e un caso sospetto a Civitanova. Anche in provincia risorge una malattia a torto ritenuta sconfitta e, per questo, sottovalutata. «Questa e altre malattie sono sempre in agguato. La vera arma era e resta quella della prevenzione, ricorrendo al vaccino. Il fatto è che il livello delle vaccinazioni è ben al di sotto di quella che si chiama soglia di copertura», spiega Tiziana Bentivoglio, responsabile del Dipartimento di prevenzione dell’Area Vasta 3 di Macerata. Nel 2016 le vaccinazioni contro il morbillo (relative alle coperture dei bambini a 24 mesi) si sono fermate al 76,8%, mentre il valore ottimale è del 95%: circa il 25% dei genitori decide di non vaccinare i figli

In questo quadro, il distretto di Macerata è quello in cui, rispetto al 2015, sono crollate del 5,7%, passando dall’82,3% al 76,6%. Un calo visto che tende ad allineare – al ribasso – la zona di Macerata ai valori ancor peggiori del distretto di Civitanova, che si ferma ad una copertura del 73,6%, (un po’ meglio del 71,4% del 2015), mentre in quello di Camerino c’è un’inversione di tendenza, visto che si passa dal 73,2% all’87%. Nel distretto di Civitanova risultano in calo, anche se in percentuali contenute che oscillano tra lo 0,4 e lo 0,7%, anche le vaccinazioni obbligatorie relative a polio, difterite, tetano ed epatite B e anche quelle per pertosse ed Hamophilus influenza tipo b. Nel 2016, invece, sono in aumento le vaccinazioni contro il meningococco C: in tutto il territorio dell’Area Vasta 3 passano dal 69,1% al 74,9% (il 5,8% in più), un valore sempre lontano da quello ottimale, ma comunque positivo rispetto agli anni precedenti. 

«Una crescita frutto della paura della meningite che fa miracolosamente dimenticare i presunti rischi legati al vaccino», sottolinea con un pizzico d’ironia la Bentivoglio. «Dopo i numerosi casi di meningite accertati in Toscana e anche in altre regioni del nord – infatti – l’afflusso di persone che hanno chiesto di vaccinarsi è fortemente aumentato». Resta il fatto che tra quelle obbligatorie e quelle consigliate, in nessun caso il livello delle vaccinazioni in provincia raggiunge la soglia del 95%, la copertura ottimale, anche se per quelle obbligatorie ci si arriva vicino (il 94,8%). Caso particolare quello della varicella: nel 2015 il numero delle vaccinazioni si è fermato allo 0,4% per poi balzare al 15,6% del 2016. In generale, di positivo c’è che è aumentata – e continua a crescere – la consapevolezza sull’importanza dei vaccini. Non a caso in Regione si sta discutendo una proposta di legge per imporre quelli di polio, tetano, difterite e epatite B come condizione indispensabile per accedere agli asili nido.