"Valorizzare l’opera di Olivuccio di Ciccarello"

L’Annunciazione dell’artista risale agli inizi del 1400, sarà al centro di un incontro dedicato alle rappresentazioni recanatesi sul tema

"Valorizzare l’opera di Olivuccio di Ciccarello"

"Valorizzare l’opera di Olivuccio di Ciccarello"

di Antonio Tubaldi

Non tutti sanno che nel museo di Villa Colloredo Mels, a Recanati, oltre alle opere del Lotto, fra cui la celeberrima Annunciazione, è esposta un’altra Annunciazione, meno famosa, ma senz’altro degna di attenzione e di ammirazione il cui autore è Olivuccio di Ciccarello risalente agli inizi del 1.400. Se ne parlerà, alle 17 di sabato 25 marzo, al Museo Civico di Villa Colloredo Mels in occasione de l’Annunciazione del Signore, ricorrenza che si celebra ogni anno in questa data: un approfondimento dedicato alle rappresentazioni artistiche recanatesi di questo particolare tema sacro. L’incontro vedrà la partecipazione di Simone Simonacci, presidente Iustissima Civitas, dello storico Marco Moroni, responsabile Centro Studi Acli Marche e della storica dell’arte Marta Paraventi. "Quest’anno, dopo l’Annunciazione del Lotto, vogliamo valorizzare l’altra Annunciazione di Olivuccio di Ciccarello, un importante protagonista della pittura marchigiana – ha dichiarato l’assessora alle Culture Rita Soccio –. Questo incontro nasce dall’esigenza di valorizzare e promuovere le molteplici eccellenze di Recanati, così ricca di personaggi e opere che hanno fatto la nostra storia". L’Annunciazione di Olivuccio di Ciccarello era collocata nell’arcone trionfale della chiesa di Sant’Agostino di Recanati e fa parte integrante di un complesso ciclo affrescato, raffigurante l’Allegoria di Sant’Agostino, maestro dell’Ordine, che interessava l’area del presbiterio trecentesco, inclusa la volta della cupola. Il ciclo è oggi composto da sette frammenti "staccati" e conservati al Museo Civico e rappresenta la più vasta impresa pittorica conservata dell’artista, precursore della pittura marchigiana del XV secolo nonché figura principale della scuola di pittura di Ancona che fiorì tra il ’300 e il ’400. Ha realizzato opere che piacciono tanto a Papa Bergoglio perché in molte il tema ricorrente è la povertà. "La solennità dell’Annunciazione contiene un mistero - spiega Simone Simonacci –: il Fiat di Maria è il punto di svolta della storia dell’umanità. Tutto dipendeva da quell’umile ragazza: l’incarnazione di Dio, la salvezza del genere umano e la sconfitta del demonio. Tutto accadde in quella camera che per secoli fu affidata alla custodia del popolo recanatese. Per secoli la Repubblica di Recanati e il suo popolo hanno vegliato e difeso questo luogo straordinario ed è qualcosa che non possiamo dimenticare e la cui memoria dobbiamo preservare con fede perché, come è scritto nel bassorilievo di Iacometti, che troneggia sulla Torre Civica: ’Non fecit taliter omni nationi’, ’così non ha fatto con nessun altro popolo’".