Variante Omicron, la madre della 17enne: "Mia figlia sta bene, quante cattiverie sul web"

Rientrata a Tolentino dal Sudafrica: "Abbiamo rispettato le regole, tornati da Roma ci siamo chiusi in casa, lei e il fratello avevano già avuto il Covid. Stavamo aspettando i sei mesi dalla guarigione per vaccinarla"

Un’operatrice santaria alle prese con i tamponi (foto d’archivio)

Un’operatrice santaria alle prese con i tamponi (foto d’archivio)

Tolentino (Macerata), 10 dicembre 2021 - «Mia figlia sta bene, non presenta sintomi. Ma, come mamma, mi hanno fatto male alcune cattiverie lette sui social". Inizia così l’intervento della madre della 17enne tolentinate, risultata il primo caso di variante Omicron nelle Marche. L’adolescente e il fratellino da qualche anno vivono con il papà (anche lui italiano) in Sudafrica. I due figli studiano là, in un college internazionale. Hanno deciso di tornare a casa per passare il Natale con la mamma, che invece abita e lavora a Tolentino. "Tutti i procedimenti sono stati fatti regolarmente – spiega la donna –: nessun volo né transito abusivo. Ci sono due ragazzini di mezzo per cui mi è dispiaciuto vedere giudizi su internet senza che i leoni da tastiera conoscessero la situazione. Ci tengo anche a rassicurare la comunità in cui vivo". Proprio per tutelare la minorenne, si mantiene l’anonimato.

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Quando è stata scoperta la positività di sua figlia? "Quando è arrivata all’aeroporto di Fiumicino, in seguito al tampone. Sia lei che il fratello (accompagnati da un collega del padre) sono stati sottoposti al test sia alla partenza del volo dell’Ethiopian Airlines che all’arrivo. Anche se l’esito fosse stato negativo, i miei figli sarebbero stati chiusi in casa per l’isolamento fiduciario, come da normativa. Comunque, una volta riscontrata la positività, sono stata immediatamente informata, sono saliti nella mia auto e ci siamo diretti al garage di casa, a Tolentino, da dove, è ovvio, nessuno dei tre è più uscito".

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Come sta sua figlia? "Non ha sintomi, né tosse, né raffreddore né altro. Sta bene, ma è comunque provata perché era tornata per stare con la sua mamma e uscire con gli amici. Aveva già contratto il Covid lo scorso luglio, come il fratello (un bambino, ndr), senza sintomi. A casa noi adulti siamo tutti vaccinati, e c’era anche l’intenzione di vaccinare mia figlia, ma non sono passati ancora sei mesi dalla guarigione e ha bisogno di essere monitorata un giorno dopo la somministrazione (avendo avuto precedenti con un altro vaccino extra Covid). Siamo in contatto ogni giorno con l’istituto Spallanzani di Roma; non è una variante aggressiva. Io e l’altro figlio siamo negativi".

Quale appello vorrebbe lanciare? "Innanzitutto vorrei invitare le persone a prestare attenzione e cautela prima di fare commenti sui social. Da un lato ringrazio di cuore tutti coloro che ci stanno vicino e ci danno affetto, e sono tanti. Ieri il telefono suonava di continuo. Dall’altro vorrei precisare alcune cose. I miei figli vivono a chilometri e chilometri da casa, un’esperienza dura che affrontano con coraggio. Tornano ogni tre mesi e mezzo circa (in Sudafrica il periodo scolastico funziona diversamente, va per trimestri), per stare con me. Meritano accoglienza. È vero che è stato imposto il blocco dei voli dal Sudafrica, ma c’è un decreto per cui gli italiani residenti anagraficamente in Italia possono effettuare il rimpatrio (i cittadini con residenza anagrafica in Italia da prima del 26 novembre e loro coniugi, conviventi o figli possono entrare in Italia, a patto non abbiano sintomi riconducibili al Coronavirus). È vero che sono stati cancellati i voli diretti sulle rotte intercontinentali e internazionali, ma gli scali di transito sono regolari. I miei figli hanno fatto scalo ad Addis Abeba. Sono stati eseguiti i tamponi, trattandosi di Paesi attenzionati. Quindi vorrei rassicurare tutti. Perché leggere sentenze e cattiverie da leoni da tastiera fa male, soprattutto se si parla di ragazzi e bambini".