Vigile del fuoco morto nell’incendio alla "Gfl", chiesti due anni per il titolare della ditta di mobili

Due anni di condanna. È la richiesta della procura per la morte del vigile del fuoco Roberto Torregiani, durante lo spegnimento di un incendio alla fabbrica di mobili "Gfl". Imputato di omicidio colposo è il titolare della ditta, Giovanni Pirchio. La sentenza sarà pronunciata il 3 febbraio. Il 18 giugno 2014, nella falegnameria a Squartabue di Recanati prese fuoco un silos di truciolato. Spento l’incendio, una squadra salì sull’autoscala per proseguire le operazioni di spegnimento. Purtroppo all’improvviso si sprigionò un’esplosione che fece cadere i pompieri. In quattro rimasero feriti mentre Torregiani, che era più in alto, batté la testa, rimase in coma e a gennaio 2016 purtroppo morì. Per l’accusa, il silos non avrebbe avuto la manutenzione necessaria: due tronconi di un macchinario avrebbero fatto attrito, si sarebbero surriscaldati e avrebbero causato le fiamme. Inoltre mancavano il certificato di prevenzione antincendi e le misure contro questo rischio. Dopo la richiesta della procura, anche gli avvocati Fabrizio Giustozzi, Olindo Dionisi ed Emanuele Urbani per i pompieri feriti, e Pietro Siciliano per la vedova di Torregiani hanno chiesto la condanna. L’avvocato difensore Roberto Acquaroli ha chiesto al giudice Marika Vecchiarino l’assoluzione di Pirchio spiegando, anche con una consulenza, che all’arrivo dei vigili del fuoco solo loro dirigevano le operazioni e avevano la responsabilità.