
"Purtroppo non è ancora possibile riaprire il parco di Villa Cozza, perché ancora non abbiamo certezze sulle condizioni delle due piante pericolanti". Amedeo Gravina, presidente dell’Ircr, non ha buone notizie per i numerosi frequentatori della zona verde vicino all’ospedale: da mesi attende risposte che, però, purtroppo non sono ancora arrivate. Il problema riguarda in particolare due alberi, un cipresso della Guadalupe, unico esemplare in Europa, e un cedro del Libano. Lo scorso inverno, il vento forte ha reso pericolanti i rami di queste grandi piante, e di conseguenza per motivi di sicurezza è stato necessario impedire l’accesso al parco: da due mesi l’area è inaccessibile. La speranza era di poter riaprire dopo l’estate, ma così forse non potrà essere. "La passata amministrazione aveva incaricato una ditta di valutare le condizioni di questi alberi – spiega Gravina –. Di fatto i controlli sono iniziati solo a fine giugno. Quando ho chiesto un certificato di agibilità per il parco, la ditta ha risposto che bisognava ampliare la zona di rispetto con un raggio di 30 metri, visto che il cipresso è alto 30 metri. E comunque, non hanno prodotto alcuna certificazione. Per questo sono stato costretto a tenere chiuso il parco e annullare tutti gli appuntamenti che erano stati organizzati lì: l’area transennata è troppo grande per consentire comunque l’utilizzo in sicurezza. Erano previsti spettacoli, il centro estivo e il parco è frequentato da bambini e residenti, non si poteva rischiare. La ditta ha inviato una fattura, che io non ho pagato visto che ancora non ho ricevuto documenti da loro". L’Ircr ha anche tentato la via dell’assicurazione, che però si è rivelata impercorribile perché, con quel rischio, nessuna società si azzarda a garantire una polizza. In ogni caso, l’aspetto del risarcimento sarebbe stato uno dei tanti da valutare, prima di consentire l’accesso al pubblico senza certezze sulle condizioni di stabilità degli alberi.
"Sono stati fatti i sondaggi, l’albero è stato imbracato meglio, ma non possiamo fare altro senza una certificazione. Quel cipresso è inserito nel registro regionale delle piante tutelate, e sarebbe bello poterlo salvare, se è possibile, ma passano i mesi e non riusciamo a sapere se e cosa si possa fare. E intanto probabilmente le sue condizioni peggiorano. Così non possiamo fare altro che continuare a tenere chiuso il parco, per sicurezza, con la speranza di riuscire quanto prima a restituirlo ai residenti e a tutta la città".