
di Lucia Gentili
La sua prima volta alla Corsa alla spada di Camerino, e ha vinto. Il 22enne di Villa Potenza Luca Antonelli, studente-lavoratore, nell’atletica dall’età di 11 anni, si dice pronto a rifare la gara "anche domani". Il regolamento prevede che ogni terziero ha diritto a schierare uno studente Unicam (scienze del fitness e prodotti della salute) e lui è anche tesserato del Cus (dopo tanti anni all’Atletica Recanati). Il suo allenatore è il fratello, più grande di 4 anni: Michele Antonelli, campione italiano assoluto nella 50 chilometri di marcia nel 2016 e vincitore nel 2017 della medaglia di bronzo nella 50 chilometri alla Coppa Europa. Luca è un massaggiatore sportivo e lavora anche come osteopata (il prossimo anno conclude il corso di 5 anni). Racconta l’emozione provata nella città ducale e svela il proprio sogno: la maratona di New York.
Antonelli, com’è stato partecipare alla Corsa?
"Ho fatto tante gare nazionali finora, il campionato italiano di cross e di recente la maratona internazionale a Siena, ma quello che ho provato domenica non si può paragonare. Qualcosa che non avevo mai provato. E’ stato bello prima, durante e dopo la gara, è stato bello il contesto, l’anziano che ti abbraccia perché il suo terziero, Muralto, ha vinto dopo 13 anni. Oppure gli atleti più piccoli che si commuovono ed esultano insieme a te. Io sono un tipo emotivo, ed è stata una gioia indescrivibile. Un buon 80 per cento dei partecipanti lo conoscevo tramite l’atletica. Il campanilismo tra contrade non è il mio forte. Ma mi sono sentito come a casa".
Come ha gareggiato?
"Con prudenza, e con la testa. Io sono abituato alle lunghe distanze per cui non sapevo se una corsa da un chilometro e mezzo fosse adatta a me. Mi sono risparmiato per arrivare forte alla fine. Nella prima parte sono stato in testa con il gruppo, poi nell’ultima salita da 300 metri ho fatto lo scatto".
Chi ha sentito per primo dopo la vittoria?
"Mio fratello Michele, il mio allenatore. Mi ha detto: ’Lo sapevo’. Viviamo con normalità le emozioni sportive, con i piedi per terra. Nostro padre Massimo ha trasmesso ad entrambi questa passione".
Qual è il suo sogno?
"Ogni anno mi alleno per le maratone. Punto a quella di New York: non da protagonista, ma nemmeno nelle retrovie, per una bellissima prestazione personale. Intanto adesso, con l’arrivo del caldo, intensifichiamo le gare su pista. Non mi sono fermato sotto pandemia, allenandomi su tapis roulant e intorno casa, in campagna. E il prossimo anno spero di partecipare di nuovo alla Corsa alla spada".