"Violenza sessuale, denunciato per vendetta"

Una donna ha ritrattato le accuse a carico del suo compagno, sotto processo anche per stalking. Rinviata l’udienza a febbraio

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di Paola Pagnanelli

"Quando l’ho denunciato, l’ho fatto per vendetta. Ma non sono vere le cose che ho raccontato". Così ieri mattina in tribunale una donna ha ritrattato le accuse mosse a carico del suo compagno, un settempedano 45enne già noto alle forze dell’ordine, e ora sotto processo per i reati di stalking e violenza sessuale. Nel 2020, la donna aveva raccontato gli abusi che avrebbe subito da lui. Aveva spiegato di soffrire di una forma di dipendenza affettiva patologica, di cui l’uomo avrebbe approfittato arrivando a minacciarla di pubblicare un loro video intimo. Dal 2017 al 2020, a San Severino ma anche a Cerreto d’Esi, Porto Recanati e Civitanova, dove la coppia era solita andare, l’uomo avrebbe coperto di insulti la compagna: "non vali niente, sei un oggetto da buttare". La donna aveva detto che lui la prendeva a schiaffi, che la teneva sotto controllo, che la costringeva ad avere rapporti sessuali con la forza anche quando lei non voleva, impedendole di chiedere aiuto e sempre riempiendola di insulti. A luglio del 2018 avrebbe usato un coltello per minacciarla, poi l’avrebbe presa per il collo dicendole che l’avrebbe buttata di sotto dalla finestra dell’albero dove si erano fermato. La donna aveva anche parlato di un pestaggio subito a marzo 2020, durante un litigio. Poi ci sarebbe stata un’altra violenza e infine la minaccia di pubblicare un loro video, se lei avesse provato a ribellarsi contro di lui. E a quel punto sarebbe arrivata la richiesta di aiuto alle forze dell’ordine. Ma ieri mattina, in tribunale a Macerata, la donna ha detto che non era vero nulla. "In quel periodo ero molto arrabbiata con lui – ha detto, rispondendo al pm Enrico Barbieri –. Lui aveva già la misura dell’affidamenti in prova, e ho pensato che con la mia denuncia sarebbe finito in carcere. È stata una vendetta". A quel punto, il pm Barbieri ha chiesto di acquisire la denuncia che aveva presentato la donna, temendo che potesse essere stata minacciata o pagata per ritrattare le accuse. Ma il collegio presieduto dal giudice Andrea Belli ha respinto la richiesta e revocato anche tutti i testimoni ancora da sentire, dell’accusa e della difesa. I giudici hanno rinviato l’udienza a febbraio per sentire l’imputato e poi per pronunciare la sentenza. L’uomo, difeso dall’avvocato Laura Antonelli, si era sempre dichiarato del tutto innocente.