Virus Cina, due casi sotto osservazione in provincia di Macerata

Studenti di ritorno con "sintomi da approfondire"

Virus cinese (foto Ansa)

Virus cinese (foto Ansa)

Macerata, 25 gennaio 2020 - In città ci sono due persone, rientrate da poco dalla Cina, che hanno manifestato «sintomi respiratori meritevoli di approfondimento», in relazione al nuovo Coronavirus, individuato nella città cinese di Wuhan. «Al momento – spiega il Servizio sanitario regionale – nessuno di questi rientra nella definizione di “caso sospetto’’ secondo le indicazioni che il ministero della Salute ha recentemente emanato». 

Aggiornamento Non è il virus cinese, allarme rientrato

Tuttavia, «il Servizio sanitario regionale è comunque pronto ad affrontare l’eventuale presenza di casi sospetti di infezioni da nuovo Coronavirus e, come di consueto in questi casi, è stato allertato il Gores (Gruppo operativo di emergenza sanitaria) per approfondire la situazione, valutare le procedure e dare indicazioni e raccomandazioni per organizzare al meglio la risposta». I due soggetti di cui sono state studiate le condizioni di salute sono un ragazzo e una ragazza cinesi, rientrati in tempi diversi, ma da pochi giorni, dalla Cina. Il ragazzo, che tra l’altro, avrebbe fatto scalo proprio a Wuhan, è stato visitato e sono state valutate le sue condizioni, ma sembra che stia già bene.

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Diverso il caso della ragazza. Si tratta di una studentessa rientrata dalla Cina una decina di giorni fa anche se, a quanto è trapelato, non dalla regione in cui si trova la città dove si è diffuso il virus. Il fatto è che, un paio di giorni or sono, la ragazza si è rivolta al suo medico di base perché avvertiva una generale situazione di malessere, con una sintomatologia simil-influenzale che potrebbe essere l’effetto della cosiddetta influenza di stagione, ma anche di altre patologie, non escluso il nuovo Coronavirus (i sintomi più comuni, infatti, consistono in febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie). È evidente che, di fronte ad una situazione del genere, e trattandosi di una persona da poco tornata dalla Cina, non lasciando nulla d’intentato, il medico di base ha informato il dipartimento di Prevenzione dell’Area vasta 3. I responsabili del dipartimento hanno subito attivato tutte le procedure previste, senza però disporre il ricovero della ragazza. Tutti gli esami diagnostici, quindi, sono stati effettuati al suo domicilio, in una sorta di isolamento. Insomma, un caso da approfondire ancora di più, tanto che i campioni delle analisi effettuate sono stati inviati all’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma che, forse già oggi, dissiperà ogni dubbio. 

Va rilevato come questa situazione dimostri come il nostro sistema di prevenzione funzioni, visto che ci si muove nella logica di un «eccesso di cautela», volto a garantire il massimo della tutela. Si tratta di una «rete» ben organizzata capace di mettere in atto azioni efficaci per contenere la diffusione di varie malattie. Basta ricordare come nell’agosto 2018 fu rapidamente fermata l’epidemia di morbillo (una trentina di casi in meno di due mesi), partita da un ragazzino transitato per il pronto soccorso dell’ospedale di Macerata.