"Visite sospese e prenotazioni annullate: scelta inaccettabile"

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"Anche se deriva da “procedimenti complessi regolati da una serie di norme e specifici attori e non lasciati ad una decisione discrezionale“, come specificato dalla direttrice dell’Area vasta 3, la decisione di bloccare per un mese l’attività libero-professionale di alcuni medici di Cardiologia, Geriatria e Medicina, annullando tutte le prenotazioni in essere, è per noi inaccettabile. Chiederemo presto un incontro alla dottoressa Daniela Corsi e al sindaco di Macerata affinché sia superato in tempi brevi questo ulteriore disagio inferto ai cittadini, oltre ai già noti lunghi tempi di attesa nell’ospedale di Macerata". Stefano Tordini, segretario provinciale dello Spi Cgil, si fa portavoce di un malessere diffuso. "Tanti pensionati si stanno rivolgendo alle nostre strutture. Sono indignati e anche preoccupati perché la loro prenotazione è stata annullata e non sanno quando potranno essere visitati". "Il motivo alla base del blocco – prosegue Tordini - sarebbe il superamento da parte dei sanitari del tetto del 50% dell’attività libero-professionale rispetto a quella istituzionale. Se questo significa che l’attività istituzionale è troppo scarsa, come sembra sostenere la direttrice dell’ Area Vasta, ci troveremmo di fronte ad una situazione ancora più grave: i cittadini non riuscendo a prenotare una visita in tempo accettabile per la ridotta attività a livello istituzionale, si vedono costretti a ricorrere a visite a pagamento". Secondo Tordini a Macerata sta avvenendo, su scala ridotta, quello che è accaduto a livello regionale quando, dopo la prima fase della pandemia, di fronte a 120mila prestazioni rinviate la Regione, invece di procedere a una nuova calendarizzazione, ha annullato tutte le prestazioni costringendo 90mila cittadini a rifare tutta la trafila. "Per gli anziani, e spesso anche per le loro famiglie – sottolinea - queste decisioni sono particolarmente pesanti. Sarebbe stato meglio scegliere un percorso più accettabile e progressivo, come esaurire le liste di prenotazione e procedere poi al blocco per il tempo necessario". Lo Spi Cgil ritiene che di fronte ad una situazione sociale particolarmente pesante, a tempi insostenibili di attesa per molte prestazioni, "decisioni così drastiche non possono essere accettate, visto che ricadono direttamente sui cittadini".

f. v.