di Giuliano Forani
"Facciamo semplice l’Italia". E’ l’impegno forte annunciato che il ministro per la Pubblica amministrazione sta cercando di mettere in atto, ed è quello che le imprese invocano invano da decenni. Ieri se ne è discusso in un convegno al cineteatro Cecchetti. Lo ha organizzato il Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio. Il programma prevede un percorso molto complesso che farà tappa in tutte le regioni italiane allo scopo di coinvolgere nel discorso di innovazione e formazione i protagonisti dei vari territori, valutarne idee, problemi e proposte. Ieri è toccato a Civitanova. Ad incontrare categorie, autorità politiche e istituzionali è intervenuto il ministro Paolo Zangrillo; a confrontarsi con lui i rappresentanti delle imprese ed operatori. Un tema per stare al passo con i tempi, come è stato sottolineato in prolusione dal governatore Francesco Acquaroli, il presidente della Provincia Sandro Parcaroli e del sindaco Fabrizio Ciarapica, e come è stato confermato in tutti gli interventi che si sono succeduti. Un "cahier de dolèances" molto nutrito è stato snocciolato al ministro, che peraltro, venendo dal mondo dell’ impresa, ben conosceva. Sotto accusa la burocrazia, lo scollamento di rapporti tra istituzioni, i tempi biblici per operazioni da snellire in tempi di alta tecnologia. In sostanza, ’semplificare’ "per dare le risposte attese a chi, soprattutto ai giovani, intraprende il percorso dell’impresa, in qualsiasi settore". Alcune cifre sono svolazzate nell’aula, tanto per dare un esempio delle lungaggini delle procedure: sono 78 gli adempimenti necessari per aprire una falegnameria e oltre 700 le ore che un’impresa perde per far fronte ai suoi obblighi.
"Una situazione da cambiare", ha detto Zangrillo, ma il compito richiede il concorso di tutti. Da qui nasce la nostra iniziativa: scendere nelle periferie, sentire le imprese e confrontarsi con loro". Obiettivi principali: un portale per il reclutamento In Pa, digitalizzazione, sportelli unici per le attività produttive ed edilizia Suap e Sue. "Obiettivi – ha sottolineato il ministro – che non sono solo tecnici. In primo luogo c’è la formazione anche dei dirigenti pubblici che gestiscono il capitale umano, lo debbono educare perché acquisisca le competenze necessarie, poi viene il resto". Un percorso che "un ministro può solo indicare e favorire attraverso una politica mirata – ha poi concluso –, ma il territorio deve essere presente e coinvolto".