Recanati, città del buon vivere. «Questa è la terra della genuinità»

Al Persiani la chiusura della rassegna con Andrea Cangini (direttore di QN-Il Resto del Carlino) e Marco Ardemagni (Radio 2)

Cangini e Ardemagni

Cangini e Ardemagni

Recanati (Macerata), 11 settembre 2016 - Se le Marche rappresentano il territorio del buon vivere, Recanati è il luogo dove si aprono le menti e il genius loci si esalta nelle forme che il tempo detta. In ogni epoca, su «quest’ermo colle», sono vissuti personaggi straordinari che tanto hanno dato nel loro ambito: dalle arti e mestieri alla poesia, dal pensiero al bel canto, dall’artigianato all’industria. Il fine settimana appena trascorso – dedicato al progetto «Recanati, città del buon vivere» – non ha certo avuto problemi a dimostrare questo.

In compagnia di Marco Ardemagni (conduttore di Caterpillar AM, su Radio 2), di Andrea Cangini (direttore di Qn-Il Resto del Carlino), del conduttore Massimiliano Ossini e dello chef pluristellato Mauro Uliassi, questa mattina Recanati ha regalato ai tanti partecipanti un vero e proprio caleidoscopio costituito dalle tante facce del buon vivere. Al teatro Persiani Ardemagni ha intervistato i genius loci del territorio: dal «calzolaio» dei vip Silvano Lattanzi al sarto delle star Nazzareno Latini; dal florovivaista creativo Alessandro Magagnini all’incisore Ettore Frapiccini.

Sul palco sono saliti anche Domenico Guzzini, presidente dell’omonimo gruppo recanatese leader nel mondo del design, e Alberto Monachesi di Tipicità, con il Grand tour delle Marche. A portare la loro esperienza gli editori di territorio, Michele Casali e Simone Giaconi, insieme al docente dell’Università Politecnica delle Marche, Gianluigi Mondaini e alla «popfilosofa» Lucrezia Ercoli. Altri genius loci sono stati padre Alberto Maggi, teologo molto conosciuto, il direttore di Villaincanto, Riccardo Serenelli, il «ruralista» Roberto Brioschi e il pittore e studioso dell’arte, Roberto Frapiccini.

Sul palco anche Cangini, direttore di QN-Il Resto del Carlino, per il quale l’elemento comune «la caratterista fondamentale delle Marche è proprio la genuinità, con il tema delle radici che è il vero tema di questa epoca. Anni di globalizzazione e di sradicamento producono una reazione opposta con il ritorno ai piccoli borghi e all’identità locale, alla qualità contro la quantità. Tutto questo – ha detto Cangini – esiste nelle Marche più che in altre regioni. In questa epoca il valore più sfumato è proprio il tempo: abbiamo tutto ma non abbiamo il tempo per gustarlo. È importante, quindi, ritrovare il tempo e gli spazi e, quindi, le proprie radici. Ai miei redattori – conclude Cangini – io non chiedo notizie, ma di trovare le storie e nelle Marche non è difficile perché ci sono i personaggi veri e le storie si raccontano da sole: non occorre neanche un grande talento, basta ascoltare e trasportare su carta quello che senti».