Un mostra tra Lotto e Leopardi: ecco il regalo di Sgarbi a Recanati

Il critico ha annunciato il progetto per il 2018

Vittorio Sgarbi e il sindaco Fiordomo

Vittorio Sgarbi e il sindaco Fiordomo

Recanati, 2 luglio 2017 - Con Sgarbi non ci si annoia mai, anche quando deve presentare una mostra impegnativa su Giacomo Leopardi e Lorenzo Lotto, in programma nel 2018 nelle austere stanze, ricche di cultura, della biblioteca di casa Leopardi.

Sgarbi, atteso al teatro Persiani, non ha certo deluso il pubblico presente, che ha gremito platea e palchi, presentando un Leopardi vivo, palpitante e «assolutamente ateo - ha tenuto a rimarcare - contrariamente a quello che ci hanno insegnato a scuola dove il suo ateismo dai professori cattolici veniva sostituito con il pessimismo cosmico».

La mostra, curata personalmente dal critico d’arte, si avvarrà di opere che il Lotto produsse nel suo lungo soggiorno a Recanati e a Loreto, ospitate oggi soprattutto nel museo di villa Colloredo Mels a Recanati, e che troveranno spazio fra il maestoso patrimonio librario della biblioteca di casa Leopardi visitata ogni giorno da centinaia di turisti, soprattutto nel periodo estivo, e di tanti studenti in gita nella cittadina leopardiana.

Due personaggi, Lotto e Leopardi, legati assieme da diverse affinità ad iniziare dallo loro fragilità: «stessa terra, stessa città, stessa condizione psicologica senza affinità con la psicanalisi, due mondi diversi, quella della pittura e letteratura». La mostra dovrebbe avvalersi di poche opere, circa otto, una per ogni stanza della biblioteca. Potrebbe, però, mancare il contributo dell’opera più bella e significativa del Lotto, ha detto Sgarbi, l’Annunciazione. E qui si ripresenta il vecchio conflitto fra lui e il sindaco Fiordomo, perché, ha detto il critico, «il sindaco ritiene che per l’integrità del museo di Villa Colloredo sia giusto non spostare l’Annunciazione». Ci si dimentica, però, di ricordare, anche in questa occasione, che il dipinto non è di proprietà del Comune ma della Fondazione Ircer e che, semmai, a pronunciarsi dovrebbe essere il suo consiglio di amministrazione e non la giunta comunale.