Lavoratori introvabili a Macerata: più di un addetto su tre arriva dall’estero. Fuga dall’agricoltura

Nel 2022 il 38% dei contratti riguarda manodopera extracomunitaria. L’imprenditore Mei: "Da sei anni non ricevo candidature da italiani".

Fuga dall’agricoltura: più di un addetto su tre arriva dall’estero. "Lavoratori introvabili"

Fuga dall’agricoltura: più di un addetto su tre arriva dall’estero. "Lavoratori introvabili"

Macerata, 18 marzo 2023 – Oltre un terzo della forza lavoro dell’agricoltura marchigiana è extracomunitaria con circa cinquemila persone all’opera per la raccolta dell’uva, degli ortaggi e della frutta ma anche impiegate nelle campagne cerealicole o nella zootecnia. È quanto emerge dall’analisi della Coldiretti su dati Inps, rispetto al Click day del 27 marzo per l’arrivo in Italia dei lavoratori extracomunitari previsti dal decreto flussi con il nuovo Dpcm (Decreto del presidente del consiglio dei ministri).

"La maggior parte arriva dal Pakistan, dall’India, dal Marocco e dalla Tunisia – spiegano da Coldiretti – e non mancano iniziative imprenditoriali visto che oltre 500 aziende agricole, il 2,3% del totale, sono gestite da stranieri secondo i dati della Camera di commercio delle Marche". Le tariffe orarie degli operai a tempo determinato (aumentate per via del rinnovo contrattuale dello scorso luglio) vanno dai 7,77 euro l’ora per le operazioni di raccolta stagionali ai 13,50 euro l’ora di un Otd (operaio a tempo determinato) specializzato. Zoomando nel Maceratese, nel 2021, sono stati attivati seimila rapporti di lavoro, di cui 40% extracomunitari; un dato in linea con il 2022 (per ora riferito al periodo gennaio-giugno), con 3.462 rapporti di lavoro attivati, di cui 38% extracomunitari. Ma la manodopera nei campi, sia italiana che straniera, manca.

A lanciare l’sos per il reperimento della forza lavoro è anche Andrea Mei, titolare dell’azienda agricola omonima, a Civitanova. "Durante la stagione invernale – spiega – abbiamo lavorato in dieci per la raccolta degli ortaggi, ma sarebbero servite altre dieci persone, il doppio. Considerando le temperature miti e il poco freddo, le colture sono maturate tutte insieme ed è stato necessario procedere con la raccolta, per non buttare via tutto. Abbiamo sopperito lavorando più ore, anche sotto la pioggia. Sto cercando anche camerieri per il ristorante e addetti alla trasformazione della carne per la macelleria. Però niente. Vorrei ampliarmi, ma poi non saprei chi metterci".

L’anno scorso, con il Decreto flussi, Mei ha fatto quattro richieste, ma ha ricevuto l’ok per due: si tratta di due marocchini che da stagionali sono diventati dipendenti fissi. Hanno raggiunto in pratica altri familiari già in "squadra". E quest’anno dovrebbero arrivare quattro ragazzi pakistani, unendosi anche loro ai parenti. "Sono ormai 5-6 anni che non ricevo richieste di lavoro per la campagna da italiani – dice Mei –, da prima della pandemia quindi. È un dato di fatto. Bisognerebbe puntare di più sulla formazione, per imparare il mestiere sul campo. E, da parte dei centri per l’impiego, maggiori informazioni e collaborazione per il giusto collocamento".