LUCIA GENTILI
Economia

Stop agli straordinari, sciopero alle Poste. “Carenza di personale”

Fino al 9 gennaio i sindacati Slc Cgil e Uil Poste protestano contro l’aumento dei carichi di lavoro: “In provincia di Macerata 26 zone di recapito a rischio”

Sciopero alle Poste (un postino in una foto di repertorio)

Sciopero alle Poste (un postino in una foto di repertorio)

Macerata, 29 dicembre 2024 – È iniziato prima di Natale e proseguirà fino al 9 gennaio lo sciopero degli straordinari a Poste italiane, proclamato da Slc Cgil e Uil Poste contro la carenza di organico in tutti i settori. “Lo sciopero delle prestazioni straordinarie dei lavoratori è in atto per protestare contro la carenza cronica di personale, che vede lavorare quotidianamente gli operatori degli uffici e di recapito in condizioni di stress e con carichi sempre meno gestibili – spiega Stefano Tordini, segretario provinciale Slc Cgil –. Il ricorso massiccio a lavoratori a tempo determinato nel recapito (postini) sono la prova della reale situazione, come pure la continua richiesta di recapitare la corrispondenza dei colleghi assenti per qualsivoglia motivo effettuando lavoro straordinario.

È chiaro che tutto ciò determina incertezza rispetto agli orari lavorativi, con difficoltà sempre crescenti di conciliare il tempo del lavoro con le proprie esigenze personali e/o familiari. In questo quadro già critico, l’azienda ha presentato un piano di riorganizzazione che interesserà tutti i settori”.

Questa, secondo i sindacati, comporterà anche un notevole aumento dei carichi e delle condizioni di lavoro per i dipendenti. Tordini zooma sul Maceratese. “Per la nostra provincia è previsto il taglio di 26 zone di recapito – spiega – che andranno a ricadere sulle altre rimaste. E la creazione di una rete specifica per la consegna dei pacchi. La prima conseguenza sarà l’ampliamento delle attuali zone di recapito con aumento di chilometri da percorrere ogni giorno per la consegna della posta. I cittadini dovranno comunque ricevere tutto e gli operatori saranno sovraccaricati per garantire il servizio. Poi abbiamo la conferma della chiusura definitiva dell’ufficio di Fiegni, a Fiastra, chiuso in via precauzionale dopo il terremoto 2016 e mai più riaperto. Consapevoli che si tratta di un piccolo ufficio, si coglie comunque un segnale di disinteresse per il ruolo sociale che ha fatto la storia e la tradizione di Poste Italiane. Una riduzione dell’attività e delle aperture si è verificata comunque su quasi tutti gli uffici collocati nelle zone terremotate che, dopo il sisma, non hanno più ripreso la normalità. La richiesta di stabilire delle regole per individuare i fabbisogni degli uffici è stata disattesa e si paventano spostamenti anche non volontari mentre si continua a lavorare sotto organico e perennemente in distacco (a disposizione di altri soggetti) per coprire le carenze.

La mappa del fabbisogno è essenziale per capire la riorganizzazione del personale e la distribuzione dei carichi; la società avrebbe dovuto inviarla entro fine anno, ma non si è visto ancora nulla”. Infine il sindacalista riflette sul progetto Polis – Casa dei servizi digitali per rendere semplice e veloce l’accesso ai servizi della pubblica amministrazione nei Comuni con meno di 15mila abitanti. “Non sono state previste nuove assunzioni per questo servizio prezioso per le aree interne, servirebbero figure specifiche – conclude – e invece verrà svolto da chi si occupa anche di tutto il resto”.