Stipendi in ritardo a Macerata: supplenti in difficoltà

Barbi dello Snals: "C’è chi ancora non ha ricevuto nulla e deve continuare a sostenere spese e confidare nell’aiuto della famiglia"

Stipendi dei supplenti in ritardo (foto generica)

Stipendi dei supplenti in ritardo (foto generica)

Macerata, 21 gennaio 2023 – “Purtroppo la storia si ripete. Anche quest’anno stiamo assistendo ad una situazione vergognosa e inaccettabile: supplenti che, pur lavorando da mesi, non ricevono lo stipendio. Ad alcuni non è stato corrisposto alcun compenso da quando hanno avuto l’incarico, vale a dire da ottobre, quasi quattro mesi". Ugo Barbi, segretario provinciale dello Snals, il sindacato autonomo della scuola, è amareggiato e arrabbiato.

"Ho ricevuto e continuo a ricevere telefonate da parte di docenti, ma anche dal personale Ata, che mi dicono di volersi dimettere. Stiamo parlando di decine e decine, se non centinaia, di persone, molte delle quali devono spostarsi quotidianamente, percorrendo un tragitto di diversi chilometri. Oltre a non ricevere lo stipendio, perciò, sopportano un costo per recarsi nella scuola dove lavorano, spesso aiutati da qualcuno in famiglia. Ma non sono rari i casi in cui non solo non hanno sostegno, ma devono essi stessi a concorrere al bilancio familiare, magari per pagare un mutuo, in presenza di altre situazioni di disagio come, ad esempio, nel caso di alcune insegnanti, un marito in cassa integrazione. Non possono perciò anticipare soldi mentre lo stipendio continua a non arrivare".

Come l’anno passato, da Roma si afferma che i soldi ci sono, ma per una serie di rimpalli di responsabilità tra ministeri, uffici centrali e decentrati e i singoli istituti scolastici, si continua a verificare questa situazione davvero incredibile. "Tenga presente – prosegue Barbi – che ci sono anche persone che hanno accettato l’incarico rinunciando ad altre opportunità di lavoro. Più e più volte ho interessato la segreteria nazionale dello Snals che, a sua volta, ha sollecitato il Ministero, ma non si può ogni anno elemosinare quanto è dovuto. In questo modo, ancora una volta, lo Stato dimostra il suo fallimento. Non importa di chi sia la responsabilità, qui stiamo parlando di persone che hanno firmato un contratto, sia pure a tempo determinato, che prevede obblighi reciproci. Non esiste al mondo che si lavori per mesi senza essere pagati".

Come accaduto anche l’anno passato, la situazione si sta in parte sbloccando e cominciano ad arrivare i primi pagamenti, anche se molto in ritardo rispetto alle scadenze previste. "Questo non cancella il grave disagio procurato – conclude Barbi – tenuto conto del fatto che molti di questi precari non hanno avuto né stipendio né tredicesima. Qualcuno ha ricevuto uno stipendio, altri due, altri ancora nessuno. Uno Stato serio non agisce in questo modo". "E dire - conclude il segretario provinciale dello Snals - che ad ogni inizio d’anno scolastico si ripetono sempre le stesse parole: tutto è a posto, tutto va bene. Davvero non mi pare".