Maceratese, cori contro la Tardella. Magi: "Il caos? Non sono sorpreso"

L’ira dei tifosi sugli spalti. L’ex mister: manca programmazione

Filippo Spalletta, allo stadio Helvia Recina

Filippo Spalletta, allo stadio Helvia Recina

Macerata, 6 marzo 2017 - «Non sono sorpreso della situazione venutasi a creare alla Maceratese, ma sono molto dispiaciuto». L’allenatore Giuseppe Magi commenta il difficilissimo momento della società biancorossa: non pagati gli stipendi ai giocatori, la denuncia del presidente Spalletta sui debiti fuori bilancio e la risposta della vecchia proprietà che i conti erano a posto.

«Rircodo – dice Magi, allenatore della Maceratese vincitrice del campionato di serie D senza sconfitte – l’entusiasmo della città per il ritorno in Lega Pro, troppo breve è stato il periodo in cui questa categoria è stata fatta in una certa maniera. Si fa fatica quando non c’è programmazione. A Gubbio stiamo facendo un campionato importante e bello, oggi per esempio hanno giocato tanti giovani per cui è possibile fare calcio tenendo d’occhio i conti. È ovvio che bisogna programmare, noi abbiamo mantenuto 7-8 giocatori che hanno vinto lo scorso campionato di serie D. Ritengo indispensabili la programmazione e la fiducia nelle persone. Mi aspettavo una gestione più lunga in Lega Pro da parte della società biancorossa».

I tifosi della curva hanno contestato l’ex presidente Maria Francesca Tardella durante la partita.

Tra i sostenitori c’è un mix di speranza e scetticismo per quanto riguarda il futuro societario. In tribuna si è sparsa la voce che la società potrebbe pagare gli stipendi di novembre a inizio della settimana, e l’augurio è che ciò possa essere vero. «Spero – dice Stefano Machella al termine della partita pareggiata con il Gubbio – che si mantenga la categoria. Ora occorre stare vicini ai calciatori. A fine campionato vedremo come andrà a finire a livello societario».

Più scettico Luciano Montedoro che da anni segue la Maceratese in casa e in trasferta. «Si può arrivare alla fine del torneo, ma il punto è che al momento emergono solo i debiti della società e che a oggi non sono stati pagati ancora gli stipendi. Ed ecco perché non sono fiducioso». C’è chi come Alessandro Gentilucci, un altro tifoso della Rata, è diviso tra cuore e razionalità. «Con il cuore non posso non essere ottimista, sul piano razionale sono invece pessimista. Leggo di debiti, a cominciare da quelli con i calciatori che sono il core business della Maceratese. Ho letto anche di grossi proclami, ma se poi non si pagano gli stipendi».