L’Helvia Recina resta senza steward, Maceratese-Venezia a porte chiuse

Blitz in città del patron Liotti, pagate due mensilità ai giocatori

Lo striscione appeso dai tifosi della Maceratese all’ingresso  dell’Helvia Recina

Lo striscione appeso dai tifosi della Maceratese all’ingresso dell’Helvia Recina

Macerata, 6 maggio 2017 - Sarà a porte chiuse l’ultima partita di un campionato travagliato: nessun tifoso domenica potrà applaudire il Venezia, vincitore della Coppa Italia, e la Maceratese, salva in Lega Pro malgrado le mille traversie degli ultimi mesi. Ma almeno una buona notizia arriva per i giocatori: ieri sono stati pagati gli stipendi di novembre e dicembre, grazie alla fidejussione dell’ex patron Filippo Spalletta e alla firma sul mandato di pagamento messa dal nuovo presidente Claudio Liotti, con un blitz in città.

Il clima però diventa sempre più teso. La decisione di non consentire l’ingresso al pubblico è stata presa dalla prefettura, dopo che la società Top Security Guard, che rivendica un credito di 15mila euro, ha annunciato che non manderà gli steward all’Helvia Recina. «Ho chiesto almeno diecimila euro – spiega Mauro Cesari – e Liotti me ne ha offerti due, contestando anche le mie pretese, per le quali però ho le fatture. Mi dispiace, ma non è possibile lavorare in queste condizioni». In teoria, senza steward la partita non si può giocare, dunque domenica sarebbero stati tre punti a tavolino per il Venezia. Ma la prefettura ha autorizzato comunque la gara. Che si giocherà in un clima di forte tensione. Liotti contesta le pretese dei creditori, e chiede tempo per discutere cifre e pagamenti. «Non accetto estorsioni mentali», ha detto l’altro giorno, infervorandosi a sentire chiedere conto di pagamenti vari.

E di estorsione parla in merito a un colloquio con Alessandro Chiaraluce: il commercialista e tifoso lo avrebbe chiamato facendogli presente la cifra che voleva la Top Security Guard per essere all’Helvia Recina e consentire di disputare la partita con il pubblico; Chiaraluce gli avrebbe detto che se non accettava di affrontare queste spese, dopo avere comprato una società che – a suo dire – avrebbe due milioni e mezzo di debiti, avrebbe fatto meglio a cedere subito le quote. Ma questa frase, appunto, è stata letta come una estorsione da Liotti.

La situazione finanziaria peraltro potrebbe essere in via di miglioramento. Infatti ieri sono arrivati 171mila euro per i calciatori: l’avvocato Emanuele Paolucci per conto della Lega li ha portati in assegni circolari, girati a Liotti, che contestualmente firmava il mandato di pagamento irrevocabile in favore dei calciatori. La fidejussione però era, in totale, per 350mila euro; con quanto resta si potrebbero saldare diversi crediti, ma è da vedere se potrà essere utilizzata: Spalletta, con l’avvocato Federico Valori, ha tentato di bloccarla. Liotti, dopo la firma, si è dileguato, rinviando ancora la sua presentazione alla squadra e poi alla città.