Maceratese, volantini contro tre dirigenti. "Mazzette per far giocare i ragazzini"

Accuse anonime al settore giovanile, Degli Esposti: calunnie, ho denunciato

Una parte del volantino

Una parte del volantino

Macerata, 7 maggio 2017 – Una pioggia di volantini è caduta ieri in città: nel mirino sono finiti tre responsabili del settore giovanile della Maceratese, accusati di avere preso soldi per far giocare i ragazzini. «Sono solo cattiverie dopo tanti sacrifici e promesse non mantenute – replica amareggiato uno di loro, Alessandro Degli Esposti, direttore sportivo del settore giovanile –, calunnie inventate e contro le quali ho già presentato denuncia». E così, un’altra brutta pagina si aggiunge nella telenovela sulla squadra, che oggi affronta la prima in classifica Venezia all’ultima partita di campionato nello stadio deserto, a porte chiuse. I volantini – anonimi – sono stati lanciati dalle auto in corsa o messi di notte sui parabrezza dei mezzi parcheggiati un po’ in tutta la città.

«Vergogna – si legge nel volantino –. Le famiglie dei calciatori costrette a pagare mazzette alla società sportiva che si avvale dell’estorsione e del ricatto operato in tutta tranquillità e metodicamente da tre furfanti. La regola per i giovani e non solo: per ogni partita di campionato o manifestazione calcistica, viene convocato chiunque versi la somma richiesta dopo essere stato contattato direttamente dai tre. La Federazione sportiva e la procura della Repubblica indaghi subito». Così finisce il testo, dando anche una bella mazzata alla grammatica italiana. Un gesto squallido, soprattutto perché lancia accuse pesanti in maniera anonima: una vigliaccata. «Ho già presentato una denuncia contro ignoti – dice Degli Esposti – per le accuse gravissime mosse nei miei confronti. Cattiverie. Da Terni, dove avevo lavorato bene negli ultimi tre anni, sono stato chiamato a Macerata alla metà di gennaio: l’obiettivo dichiarato di Spalletta era di risanare il settore giovanile, su cui diceva di volere puntare. I primi cinque mesi avrei dovuto conoscere l’ambiente, dalla prossima stagione avrei avuto un peso anche nelle decisioni di mercato. Mi è stato fatto un contratto biennale. Nessuna delle promesse poi è stata mantenuta. Ho risollevato le sorti del settore giovanile, che ha pareggiato sabato ai play-off».

«Ma ho preso un mese di stipendio e qui ci siamo sempre pagati tutto: dal toner per la stampante ai pulmini per le trasferte – aggiunge –. Ora non abbiamo più interlocutori, non c’è più nessuno, e con la nuova proprietà le cose non sono migliorate: avevo scritto una mail chiedendo 300 euro per l’ambulanza e i vigili del fuoco all’ultima partita, e non mi hanno risposto neppure. Ora queste accuse: di questi soldi non so nulla, se qualcuno lo sa dica apertamente, per il bene della società, della squadra e dei tifosi. Io non ho mai sentito parlare di pagamenti per far giocare i ragazzini».