Macerata, 2 febbraio 2014 - DENTRO e fuori dal consiglio comunale, fa discutere l’approvazione dell’ordine del giorno presentato dal consigliere Idv Giuliano Meschini sulla tutela della famiglia fondata sul matrimonio. In base al documento, il Comune dovrà contrastare qualsiasi tentativo di introdurre nell’ordinamento giuridico disposizioni riguardanti il matrimonio tra omosessuali e leggi contro l’omofobia. Il primo a dissociarsene è il sindaco Romano Carancini, che aveva votato contro. «Rispetto il testo votato dalla maggioranza, per quanto molto risicata, ma il tema merita una valutazione attenta. Io sono favorevole alle unioni civili anche tra omosessuali. Ma in che anno siamo se pensiamo di non riconoscere la libertà delle persone, il rispetto delle persone e il diritto a vedere riconosciuto un valore giuridico alle unioni civili, con tutto quello che ne consegue in termini di assistenza, previdenza, aspetti quotidiani della vita? Il riconoscimento di questi diritti non mette in discussione il matrimonio. Con questo voto dimostriamo solo arretratezza. Oggi tutte le forze politiche propongono la questione delle unioni civili. Questo voto è sconcertante».


«Dialogo, rispetto, tolleranza — commenta l’onorevole Irene Manzi — mancano nell’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale. Un testo che non solo vieta all’amministrazione di riconoscere le unioni tra persone dello stesso sesso (cosa difficilmente fattibile date le competenze degli enti locali), ma che esprime una visione oscurantista della famiglia. La politica dovrebbe prendere atto che la società è molto più complessa e avanzata di tanti proclami o prese di posizione». Critica il documento la segretaria provinciale del Pd Teresa Lambertucci, in primo luogo perché l’argomento «esula completamente dalle competenze dell’organo». Il Pd si rifà a Matteo Renzi, che ha parlato di una civil partnership sul modello tedesco e inglese, con il riconoscimento di diritti per le coppie omosessuali. «Questo è quello che il Pd porterà nelle sedi competenti — ribadisce Lambertucci —. La votazione voluta dal consigliere Meschini è un disperato tentativo di attirare l’attenzione».
 

«SIAMO SGOMENTI — scrive il Comitato territoriale Arcigay Agorà di Pesaro —. Questo ordine del giorno presenta l’idea che la difesa delle famiglie eterosessuali fondate sul matrimonio richieda la discriminazione dei nuclei non si conformano a questo modello. Ma le unioni omosessuali non danneggiano la famiglia eterosessuale, non le sottraggono spazio, né forza, né diritti. Continuare a far passare il messaggio opposto è una mistificazione grave. Esprimiamo costernazione per un provvedimento che tenta di schierare gli enti locali contro disposizioni nazionali che, di fatto, non esistono ancora, creando un clima persecutorio che può avere come unica radice un odio ideologico nei confronti delle persone omosessuali e dei loro sostenitori. Troviamo infine sconcertante che un tale ordine del giorno sia stato proposto da un consigliere Idv e approvato anche con i voti di esponenti del Pd, in un comune amministrato dal Pd. Chiediamo dunque a Pd e a Idv una presa di posizione chiara sulla vicenda e sui consiglieri coinvolti, che hanno contraddetto la linea portata avanti dai partiti di cui sono membri».
 

«E’ raccapricciante — commenta Alessandro Paternesi, presidente dell’associazione Dirittoforte —. L’omosessualità è un orientamento sessuale tale e quale a quello eterosessuale. Non abbiamo in Italia una legge contro l’omofobia o una legislazione che riconosca le unioni civili di persone dello stesso sesso come nel resto d’Europa, ed ora anche questa perla a calpestare la sensibilità degli omosessuali. Non rimarremo in sordina e ci aspettiamo un immediato dietro front da parte dell’amministrazione e del Partito democratico provinciale e regionale».