Corridonia (Macerata), 16 novembre 2011 - LA BOMBA ecologica di Colbuccaro si è trasformata in una grana giudiziaria per commercialisti e avvocati. In merito al deposito di rifiuti abbandonato da dieci anni, si ritrovano indagati il proprietario del capannone Giampaolo Vecchi, il suo curatore fallimentare, il commercialista Marco Scattolini, e i curatori delle società che avevano affittato l’immobile, la Bonfranceschi e la Loro, cioè l’avvocato Paola Sensini e il commercialista Angelo Francalancia, accusati di non aver rispettato un ordine dell’autorità e di violazione delle norme ambientali.

I FATTI si riferiscono al deposito di via Umbria. Più di dieci anni fa il proprietario, Vecchi, titolare di una ditta di antincendio, lo affittò a un imprenditore di Loro Piceno, Graziano Bonfranceschi, che smaltiva rifiuti. Nel 2002 però Bonfranceschi fallì, e nel deposito rimasero 400 tonnellate di rifiuti vari: solventi, vernici, amianto. Vecchi non incassò più il canone di locazione, non potè riaffittare il magazzino, e nel giro di qualche anno fallì anche lui.
Nel frattempo il deposito si trasformava in una bomba ecologica. Per questo, dopo proteste e segnalazioni, a dicembre 2010 il Comune emise un’ordinanza, ordinando ai curatori fallimentari delle ditte di bonificare l’area. Nulla però è stato fatto in questo senso. Sul caso ha aperto un fascicolo il sostituto procuratore Claudio Rastrelli, che ha messo sotto inchiesta sia il proprietario dell’immobile che i curatori delle società fallite, per non aver rispettato l’ordinanza del sindaco e aver violato le leggi ambientali.

DIFESI tra gli altri dagli avvocati Gianluca Brizi e Giancarlo Giulianelli, gli indagati hanno respinto ogni accusa: secondo quanto sostenuto negli interrogatori e con le memorie difensive, non toccava loro bonificare il capannone, ma al Comune, che sarebbe dovuto intervenire tempestivamente, salvo poi rifarsi sulle ditte. Così aveva fatto anche il Comune di Loro, dove Bonfranceschi aveva lasciato un’altra discarica. Non solo. L’ordinanza del sindaco venne impugnata al Tar da Francalancia e Sensini, e subito il Comune la ritirò. Senza quell’ordinanza, non può esserci il reato di non averla rispettata, per questo per i due professionisti si profila l’archiviazione delle accuse. Vecchi poi ha ribadito che, dopo il fallimento, non aveva più avuto la gestione dei suoi beni. La chiusura dell’inchiesta ora è imminente.