Macerata, 2 agosto 2012 - ENTRA in Comune con un accetta e minaccia il sindaco di morte pretendendo un lavoro. Attimi di tensione ieri mattina ad Appignano, dove il primo cittadino Osvaldo Messi si è ritrovato nel suo ufficio un uomo del posto, sulla quarantina, che brandiva un accetta da boscaiolo. Un personaggio noto ai servizi sociali, che lo assistono da tempo anche con borse lavoro e sussidi, ma che ieri mattina ha perso la testa. Arrivando a minacciare di morte il sindaco, che peraltro conosce bene. Voleva un lavoro, diceva di essere stanco delle promesse. Un gesto che nessuno si sarebbe mai aspettato, a partire dalla vittima. L’uomo è stato comunque denunciato e poi accompagnato al pronto soccorso.

 

«SI È presentato nel mio ufficio verso le 13 — racconta il sindaco — con un’accetta da legna. Voleva un lavoro, diceva che era stanco delle promesse. Ho cercato di spiegargli che noi lo stavamo già aiutando per quello che è nelle nostre possibilità con le borse lavoro, con piccoli sussidi, con le possibilità che offrono le leggi regionalI, ma che un lavoro fisso a tempo indeterminato non glielo potevamo trovare. A quel punto allora ha impugnato l’accetta e mi ha detto ‘ti ammazzo’. Ho tentato di farlo ragionare e ho chiamato la vicesegretaria e i carabinieri. Nel frattempo gli altri dipendenti hanno allertato il comandante della polizia municipale. Dopo un po’ siamo riusciti a farci consegnare l’accetta e poi i carabinieri lo hanno accompagnato al pronto soccorso. Alla fine penso che anche lui si sia reso conto di quello che aveva fatto».

 

NONOSTANTE nessuno sia rimasto ferito e tutti conoscessero il personaggio, sono comunque stati momenti di particolare tensione. La situazione sarebbe potuta degenerare in un attimo. Inoltre l’uomo, che vive da solo e che era già stato in cura al servizio psichiatrico, già percepisce una borsa lavoro dal Comune per la distribuzione dei sacchetti della raccolta differenziata. Per questo il gesto ha lasciato tutti di sasso. Inaspettato, e senza un’apparente giustificazione. Che ha scosso la tranquilla mattinata di lavoro di un piccolo comune della provincia.

 

«Certo — racconta Messi — non fa mai piacere essere minacciato con un’arma. Però era una persona che conoscevo e ho cercato di farlo ragionare, nella speranza che non andasse al di là delle minacce. Anche se poi non si sa mai qual è la reazione in quelle situazioni. Comunque — conclude il sindaco Osvaldo Messi — non me la sono sentita di tranquillizzarlo con la promessa di un lavoro, anche perché un simile atteggiamento avrebbe potuto rappresentare un’esortazione a ripetere il gesto».

di GIOVANNI DE FRANCESCHI