Jonny Greenwood dei Radiohead a Monte San Martino. "La mia musica per rinascere dal sisma"

Il chitarrista si esibirà in primavera. "Voglio salvare i tesori feriti dal terremoto"

Jonny Greenwood

Jonny Greenwood

Monte San Martino (Macerata), 1 novembre 2019 - Jonny Greenwood, chitarrista dei Radiohead, ha in programma di tornare a esibirsi nelle Marche per aiutare la popolazione colpita dal sisma, e precisamente nel Maceratese.

Qual è il significato di fare qualcosa per la gente di qui a quasi quattro anni dal terremoto? «In parte l’esibizione avrà lo scopo di raccogliere fondi per continuare il restauro e la riparazione delle opere d’arte nella regione, e anche per richiamare gente da fuori le Marche, dove c’è ancora così tanta devastazione, e lottare per portare avanti tutto questo qui. Qualcosa è stato fatto, ma c’è ancora una grande orma che il terremoto si è lasciato dietro».  

Come si è sentito rispetto al terremoto dell’Italia centrale, del quale ha avuto una esperienza diretta mentre era a casa sua, in provincia di Fermo, insieme alla famiglia? «Ciò che resta di più è la sensa zione per cui ogni cosa che credevi solida e permanente diventa improvvisamente vulnerabile, anche se stava in piedi da secoli. Mi ricordo di avere guidato anche per molti paesi dopo, e di avere visto la distruzione, e tutti che dormivano nelle auto. È stato un tempo molto triste, ma potrei dire anche che la forza con la quale i marchigiani hanno recuperato il loro ottimismo e la loro energia mi ha davvero ispirato molto. Ci sono un sacco di orgoglio (molto comprensibilmente) in questa parte dell’Italia, e un sacco di talen ti, anche».  

Com’è andato il concerto al teatro di Fermo, la settimana scorsa? «È stata un’esperienza meravi gliosa. Ci siamo sentiti tutti davvero fortunati a suonare in un teatro così bello. È stato l’unico concerto nel quale ho suonato la chitarra, quest’anno, per cui ero molto nervoso, ma anche certo che i musicisti che avevo portato da Londra, Daniel Pioro e Kat Tinker, avrebbero stupito il pubblico di Fermo. In più, siamo stati fortunati ad avere Giuseppe Franchellucci da Pedaso. Sul serio, non vedo l’ora di suonare ancora e forse un giorno in altri grandi teatri dell’area, come Montegiorgio, Petritoli e di sicuro Macerata. Questa parte d’Italia sembra essere piena di questi gioielli».  

Sappiamo che sarà in concerto in un piccolo paese vicino Macerata, la prossima primavera. Che può dire al riguardo? «Stiamo valutando i modi in cui possiamo esibirci in piccoli sp ettacoli fuori dalle città, in piccole chiese dei borghi di montagna, e provare a resuscitare gli antichi organi di queste chiese. Ci sono diversi tentativi, nell’ambito della musica classica, di suonare la musica antica ‘autenticamente’, ma io credo che il modo più accurato di viaggiare nel tempo e sentire esattamente ciò che i nostri antenati sentivano seicento anni fa, sia guardare agli organi delle chiese delle Marche. Ci sono così tanti esempi molto belli, come a Comunanza e a Santa Vittoria in Matenano (anche se quest’ultima è in cattivo stato dopo il terremoto), e infatti la beneficenza sta costantemente aiutando a finanziare il restauro dell’organo a Monte San Martino, che poi è uno dei paesi più belli dell’Italia». © RIPRODUZIONE RISERVATA