Allo Sferisterio come al mare, il palco diventa una spiaggia da sogno

Macerata: la prima delle serate a tema, party con musica e palloncini

Un momento del party sul palco dello Sferisterio (foto Pierpaolo Calavita)

Un momento del party sul palco dello Sferisterio (foto Pierpaolo Calavita)

Macerata, 12 agosto 2018 – Un trenino danzante improvvisato dalla direttrice artistica dello Sferisterio, Barbara Minghetti; un dj set su uno sfondo di fatto di palme, torrette di salvataggio, il chiosco-bar Adina e una gigantesca immagine di una spiaggia da sogno: è lo scenario della festa beach, andata in scena l’altra sera sul palco dello Sferisterio alla fine dell’ultima replica de L’elisir d’amore. Che si trasforma in «Elisir d’amare» per quelli che, pagando un prezzo extra, hanno scelto di partecipare a questo dopofestival dall’ambientazione inedita. È stata la prima delle tre serate a tema che quest’anno, per la prima volta, si svolgono sul palco dell’arena al termine di ogni ultima replica: dopo venerdì (festa in spiaggia appunto), si è passati ieri al ballo ottocentesco (con vestiti a tema), che ha seguito La Traviata, mentre stasera tocca ai «campeggiatori» con una notte in tenda dopo Il Flauto magico e la colazione, in programma per le sei. Un party, quello dell’Elisir, con nastri argentati e palloncini, cocktail al rosmarino, balli a piedi nudi sulla sabbia (artificiale), con tanto di occhiali da sole «in notturna», il tutto accompagnato dall’intrattenimento dei dj del «Fat Fat Fat festival». Qualcuno ha scelto di indossare vestiti coloratissimi per l’occasione, mentre qualcun altro ha esibito un salvagente come copricapo, qualche collanina di fiori, mentre asciugamani e borse giacevano buttati sulla sabbia. Poco più in là del palco, ormai sgonfia, la piscina dai colori sgargianti, che nel corso della rappresentazione era una gigantesca torta per le nozze di Adina e di Belcore piena di schiuma e di coristi.

L’atmosfera frizzante, già scaldata dalla rappresentazione dell’opera di Donizetti, ha conquistato il pubblico e si è meritata uno scroscio di applausi. E gli applausi ci sono stati anche a scena aperta, durati alcuni minuti, per Nemorino (John Osborn), che ha incantato tutti con l’aria più famosa, «Una furtiva lagrima», cantata dal tetto del bar Adina: a tanto entusiasmo, e alle richieste esplicite del pubblico, Nemorino ha risposto concedendo il bis.

L’unica nota negativa, che non ha mancato di suscitare dei malumori, è stato nel dopofestival il continuo conto alla rovescia proveniente dai microfoni dei dj che, con cadenza ritmata, ricordavano ai partecipanti il rapido avvicinarsi della fine della festa: per molti, il party speciale è stato forse troppo veloce (partito a mezzanotte e mezzo, doveva chiudersi alle due), e quindi per i più non serviva che qualcuno ricordasse continuamente quanto il divertimento, sarebbe stato breve.

Chiara Gabrielli