Sferisterio Macerata prossimi eventi: "Abbiamo creato un clima internazionale"

Domani il debutto della stagione targata Pinamonti con Zubin Mehta e l’orchestra del Maggio Fiorentino Il direttore: "Alternare concerti e opera è tipico dei festival internazionali, gli spettatori si lascino stupire"

Una serata allo Sferisterio

Una serata allo Sferisterio

Macerata, 18 luglio 2022 - Tutto pronto per la settimana inaugurale della 58esima edizione del Macerata Opera Festival. Si comincia domani, alle 21, con l’orchestra e il coro del Maggio Musicale Fiorentino diretti da Zubin Mehta, impegnati nella sinfonia n. 9 in re minore op. 125 di Beethoven. Giovedì secondo concerto sinfonico della settimana con l’Accademia nazionale di Santa Cecilia di Roma – la più celebre orchestra sinfonica italiana a livello internazionale – che arriverà per la prima volta a Macerata con un interprete d’eccezione come Myung-Whun Chung sul podio per le sinfonie n. 6 (la «Pastorale») e n. 7 di Beethoven. Prima serata d’opera del festival venerdì con Tosca, con repliche domenica, il 29 e il 31 luglio. Completa il programma musicale della prima settimana, sabato, una serata dedicata a Mascagni autore della colonna sonora per il celebre film del 1917 Rapsodia satanica (cinepoema ispirato al Faust con la regia di Nino Oxilia e protagonista una diva del muto come Lydia Borelli). Su questa partitura di Mascagni ha lavorato il direttore e compositore Marcello Panni che, per questa serata, sarà sul podio della Form e proporrà anche tre intermezzi mascagnani. Secondo titolo del cartellone operistico in programma sarà I Pagliacci di Ruggero Leoncavallo (venerdì 5, domenica 7 e giovedì 11 agosto), preceduto dalla proiezione, sul muro dello Sferisterio, di uno dei capolavori di Charlie Chaplin, il film «The Circus». Chiuderà la stagione Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, in scena il 12, 14, 19 e 21 agosto.

Ultimi giorni di prove, poi da martedì partirà la nuova stagione lirica allo Sferisterio. Al debutto il direttore artistico Paolo Pinamonti che ha firmato un festival ricco di novità, ma che riporta a una tradizione consolidata, ma forse dimenticata dello Sferisterio: quella di abbinare l’opera ai concerti. Non a caso ad aprire la 58esima edizione, domani alle 21 sarà il concerto diretto da Zubin Mehta con il Maggio musicale fiorentino, mentre giovedì sarà il maestro Myung-Whun Chung a dirigere l’orchestra dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia. Venerdì, invece, toccherà alla Tosca nel nuovo allestimento firmato da Valentina Carrasco, aprire le serate delle opere.

Direttore, lei ha diretto stagioni importanti al teatro la Fenice di Venezia, al São Carlos di Lisbona, al San Carlo di Napoli, come vive questo debutto a Macerata?

"Ogni debutto provoca la stessa tensione, le stesse attese, le stesse tensioni, indipendentemente da dove si è. Ho sempre gli stessi pensieri sull’aver fatto bene un lavoro, sull’aver saputo rispondere alle aspettative del pubblico e aver creato le migliori condizioni agli artisti per poter lavorare".

Che ambiente ha trovato a Macerata?

"L’ambiente del teatro è sovranazionale, perché mi trovo a lavorare a Macerata come avevo lavorato a Venezia, a Madrid o a Lisbona. C’è una comunità tra gli artisti che ha una dimensione di sovranazionalità, poi per quanto il lavoro sul palco, lo Sferisterio, essendo un teatro all’aperto presenta sfide notevoli, però ho trovato un gruppo di maestranze estremamente preparato e professionale, un grande spirito collaborativo. Mi piace molto seguire le prove, andare nei laboratori quando stanno dipingendo le scene, vedere i costumi, creare un rapporto di contatto personale con tutte le maestranze locali, perché è in quei momenti e, grazie a loro, che nasce l’opera".

E adesso che la Tosca, prima opera a debuttare, sta prendendo forma con questo mix di lirica e trasposizione cinematografica, cosa ne pensa?

"Sono positivo e contento del lavoro svolto e credo che Valentina Carrasco abbia avuto intuizioni felici nell’impostare l’opera in questi termini. Perché dobbiamo riconoscere che Tosca, pur non appartenendo alla mitologia contemporanea come Carmen, è una delle opere che più ha circolato nel corso del Novecento e che più ha dialogato con altre forme di arti perfomative, dal cinema al teatro. Quindi, reinterpretare Tosca attraverso questa chiave che gioca sul filo tra finzione e realtà, tra rappresentazione teatrale e cinematografica, è una sfida interessante che si muove all’interno del testo drammatico. Poi sul podio c’è il maestro Donato Renzetti, tra i direttori più sensibili del repertorio pucciniano che riesce a liberare Puccini dagli eccessivi languori sentimentali, presentando invece un Puccini grande sinfonista".

La sua scelta di rinnovare il cartellone alternando concerti alle opere sta facendo discutere. Non è stata capita?

"Forse non si era più abituati ad andare a un grande concerto sinfonico, perché negli anni recenti venivano proposte nel primo weekend tutte e tre le opere. Se andiamo indietro invece, agli anni Settanta e all’inizio degli anni Ottanta, venivano ospitate orchestre importanti. Non c’era solo opera. Si riprende una tradizione che, per me, è doverosa. Ho voluto dare quell’impronta che hanno i grandi festival europei, non solo operistici. Quando si va a Salisburgo non ci sono solo opere. E poi il pubblico sta rispondendo, perché il concerto inaugurale di Mehta è quasi pieno e quello di Chung sta andando molto bene".

Cosa si può aspettare il pubblico quindi, venendo allo Sferisterio?

"Credo che noi abbiamo bisogno di raccontarci storie, di stare insieme e di credere nelle storie che ci stiamo raccontando. Il teatro svolge anche a questa funzione sociale. A me piace sottolineare questo aspetto e pensare che il pubblico venga e si lasci stupire. Bisognerebbe tornare un po’ bambini in questo, bambini attenti, intelligenti, sensibili e farsi stupire da quello che mettiamo in scena, senza venire sempre con quell’idea di riconoscere, di confrontare, che è inevitabile che si faccia, ma avere un po’ quell’atteggiamento dello stupore incantato. Se poi non funziona, vuol dire che avremo sbagliato".