Federico Giaccaglia e la partita contro il tumore: "L’ho preso di petto, non ho paura"

Il 23enne calciatore recanatese operato al Sant’Orsola di Bologna: l’intervento è andato bene, voglio tornare in campo il prima possibile

Federico Giaccaglia, classe 1998, con la maglia del Potenza Picena

Federico Giaccaglia, classe 1998, con la maglia del Potenza Picena

Macerata, 5 ottobre 2022 - "Purtroppo dopo dei controlli mi hanno diagnosticato un tumore alla lingua, lo sto combattendo proprio ora". Per Federico Giaccaglia, giocatore nato nel 1998 a Recanati, c’è un’altra partita da giocare, al Sant’Orsola di Bologna. Una partita che non si disputa su un rettangolo di gioco, come le tante disputate con la maglia della Recanatese, lo scorso anno della Maceratese e da quest’estate del Potenza Picena. "Avevo una ferita nella lingua – aggiunge – che in estate è peggiorata, con i controlli adeguati ho scoperto l’entità del male attorno a Ferragosto".

Giaccaglia, come ha reagito quando ha sentito pronunciare la parola tumore?

"Ero spaventato, ma non impaurito, il tempo di realizzare e guardare in faccia la realtà e poi mi son detto ‘cosa devo fare?’ Ero già pronto ad affrontare tutto il necessario, ovviamente grazie alla famiglia, l’ho preso di petto, come faccio di solito".

Lei è uno abituato a lottare in mezzo al campo, cosa si porta in questa battaglia del suo essere calciatore?

"Non sto giocando la partita più importante della mia vita, la sto aggredendo, come dentro al campo. Infatti dopo l’operazione, in cui tutto è andato bene, sono migliorato moltissimo nella settimana passata, sto chiedendo molto al mio fisico per tornare a stare al meglio il prima possibile, perché posso farlo. Ovviamente ringrazio i professionisti della sanità, tutta la famiglia del Potenza Picena che non ha smesso mai di essermi vicina, e naturalmente, la mia famiglia".

Quest’anno gioca a Potenza Picena, sta pensando al suo ritorno in campo?

"Certo, non vedo l’ora. Tutto l’ambiente merita minimo un ringraziamento per il calore e l’affetto che mi stanno dimostrando in questo momento. Tutti, dirigenza, squadra, staff e tifoseria sono al mio fianco dal primo giorno. Questo per me è qualcosa di incredibile".

Quanti messaggi di vicinanza e di incoraggiamento sta ricevendo in questi giorni?

"Moltissimi. Infatti non riesco a rispondere a tutti, ai tanti amici ed ex compagni di squadra, ma l’aspetto che mi ha stupito sono i numerosi messaggi ricevuti da giocatori di altre squadre, magari mai conosciuti o nemmeno mai visti, ma in queste situazioni non esistono più colori o squadre. In casi del genere ci si stringe tutti assieme".

Come mai ha deciso di raccontare della sua attuale partita fuori dal rettangolo di gioco?

"È giusto così. Le persone si sono subito accorte della mia mancanza in campo ed è giusto che dica la verità, chi meglio di me? Non è un motivo di vergogna per me, ho detto molte volte che sono un ragazzo con gli attributi, se c’è un problema mi concentro sulla soluzione, avere paura non è da me".

Cosa le sta insegnando questa esperienza?

"Tanto, il calcio non è tutto nella vita, ci sono dei tasti che non vanno mai toccati, la salute va sopra tutto. Ma anche qui, in questo momento, serve tanto sacrificio, pensare positivo e si torna meglio di prima".

I medici cosa le stanno dicendo?

"Sono super positivi, l’operazione è andata bene, i progressi vanno ottimamente, già lo scorso lunedì mattina, a sette giorni dall’operazione, abbiamo iniziato il percorso di riabilitazione che di solito si inizia a 10/12 giorni dall’operazione, quindi direi benone".

Sa quando sarà dimesso?

"In teoria tra altre due settimane, ma continuando così, a breve!".

Abbiamo fatto l’intervista scrivendoci in chat, fra quanto tempo potrà tornare a parlare?

"Per un po’ ho respirato con il buco dalla trachea, appena si chiuderà quel buco, e la lingua si sgonfierà, tornerò subito a parlare".