Maceratese, la Cava non molla. E spunta la Tardella

Il presidente Spalletta: "Nessuna pista napoletana"

L’assegno del comitato Salviamo la Rata (foto Calavita)

L’assegno del comitato Salviamo la Rata (foto Calavita)

Macerata, 23 aprile 2017 - Una cordata napoletana, imprenditori locali e un ritorno di Giorgio La Cava. Tante voci e manovre sopra alla Maceratese sono circolate alla vigilia dell’importante sfida contro il Teramo, in lotta per la salvezza e dunque poco incline a regalare vittorie facili. Per prima cosa Filippo Spalletta, presidente della società biancorossa, tiene a precisare di non aver incontrato alcun potenziale acquirente dal capoluogo campano. Il nome è quello di Gaetano Battiloro, che arriverebbe dalla Novese, a rischio fallimento. «So che circola questo nome – precisa lui –, ma tengo a chiarire che io non l’ho mai sentito, e che questa voce è del tutto infondata. C’è qualcuno che sta mettendo in giro delle voci per interessi suoi, mi dispiace solo per chi ci si ritrova di mezzo senza alcuna colpa. Ci sono, è vero, soggetti interessati all’acquisto, e io sono pronto a vendere, ma al momento non c’è nulla. Peraltro, voglio anche precisare che io non avevo preso alcun impegno con Giorgio La Cava, che non ho mai sentito di persona sebbene lui abbia il mio numero di telefono già da dicembre». 

Di nomi in effetti ne circolano parecchi, di imprenditori noti in provincia, e anche di altri che notoriamente non avrebbero alcuna possibilità di rilevare la società. Il soggetto che continua a essere più concretamente interessato alla Rata resta in realtà ancora La Cava, che anche ieri pomeriggio avrebbe portato avanti degli incontri, in particolare con un commercialista della Lega, per capire come muoversi per rilevare la società, divenuta per lui più appetibile dopo l’azzeramento del credito sportivo: la somma necessaria a questo punto sarebbe più o meno dimezzata, si parlerebbe di meno di 500mila euro, accessibile all’imprenditore umbro. Il risanamento dei crediti sportivi potrebbe riportare a galla anche un altro nome: Maria Francesca Tardella.

Risolta la questione con la Federazione, lei potrebbe ridimensionare il suo credito per aver alloggiato gli atleti nella sua villa (peraltro a caro prezzo), ridiscutere i debiti con le aziende locali e andare avanti, evitando una strada che potrebbe essere più perigliosa, e cioè quella del tribunale, con l’istanza di concordato in bianco, suggerita dall’avvocato Federico Valori a Spalletta. La ex presidentessa è però anche consapevole che questa mossa non sarebbe accolta con un sorriso dalla piazza. Inoltre, la questione stipendi è ancora sospesa: se quelli di gennaio sono stati pagati con la Lega e un credito cancellato dall’avvocato Valori, restano ancora quelli di novembre e dicembre, per i quali si dovrebbe usare la fidejussione accesa da Spalletta. Valori però ritiene che la fidejussione si possa utilizzare solo in seguito a una formale messa in mora da parte dei calciatori, che non c’è mai stata. «Alla Lega – dice il presidente Gabriele Gravina – la società maltese ha scritto confermando che le somme richieste sarebbero arrivate sul nostro conto tra venerdì e lunedì: questo è quanto risulta ufficialmente, poi vedremo».