Bernabucci lascia la guida del Gus: “Sono stanco, ma sereno’’

Il presidente: non ho scheletri nell’armadio

Paolo Bernabucci

Paolo Bernabucci

Macerata, 13 novembre 2018 - Paolo Bernabucci lascia la guida del Gus. L’annuncio è arrivato su Facebook a poche ore dall’assemblea che rinnoverà le cariche dell’associazione. Finito al centro delle critiche per la gestione dei migranti, il Gus è stato anche rinviato a giudizio per una preseunta maxi evasione fiscale. I dipendenti, poi, sono in fermento per il mancato pagamento di alcuni mesi di stipendi.

Questo il lungo post su Facebook con il quale Bernabucci annuncia il suo passo indietro.

« Questo, per me, è un giorno molto importante. Si compie un percorso iniziato 25 anni fa e che, dai primi mesi del 1998, mi ha visto assumere l’onere e onore di rappresentare il Gus. Si sono venti anni che nel cartellino del codice fiscale c’è scritto, alla voce rappresentante legale, Paolo Bernabucci. Domani mattina però, e finalmente, sarà modificato e sostituito. Capirete, cari amici, che in tutto questo tempo non e’ ingiallito e scolorito soltanto quel pezzo di carta».

«Anche io ho addosso tutte le stagioni che sono trascorse. A volte come un treno veloce che, spavaldo, salta tutte le stazioni secondarie a volte, invece, come una vecchia “littorina” che ama far salire e accogliere ogni passeggero, uno a uno, per chiacchierare e godere degli scorci lenti dal finestrino. Oggi questo macchinista scende dal treno. Ha guidato sempre come sapeva e, qualche volta, come voleva. Ha cercato e goduto di velocità eccitanti ma non ha quasi mai resistito alla tentazione di fermarsi alle dismesse stazioni di campagna».

«La vecchina che saliva con fare incerto diveniva, improvvisamente, più importante del VIP seduto in prima classe. Il macchinista ha avuto il privilegio di una cabina tutta per se che gli ha permesso di continuare a immaginarsi “solo” anche quando il treno era affollato e non c’era più un posto libero. Qualche volta ha giocato a filosofeggiare e a chi gli chiedeva dove si stesse andando ripeteva: godi del viaggio, godi del paesaggio, godi di chi ti sta vicino e, soprattutto, godi di te e dei tuoi ideali. Negli ultimi anni ha avuto a disposizione una cabina super tecnologica con pulsanti e monitor per viaggiare sempre più veloce ma non ha cessato di guardarsi le mani e immaginarsele ancora nere del carbone, come tanti anni prima.

«Il macchinista è felice, è sereno e, ovviamente, giunto al deposito, è anche stanco. Non ha rimpianti o rimorsi. Nell’armadietto ci sono I suoi abiti fuori moda che lo aspettano ma non scheletri. Riconsegna cappello e giacca e abbraccia forte il nuovo conducente. Come dev’essere».