Macagi Cingoli
28
Bozen
30
MACAGI : Mihail, Albanesi, Tapuc, D’Agostino 1, Ciattaglia 1, Shehabeldin 5, Ottobri, Mangoni 1, Somogyi, Bordoni 1, Latini, Strappini 2, D’Benedetto 5, Rossetti 1, Compagnucci, Codina Vivanco 9. All.: Palazzi.
BOZEN: Nungovitch, Trevisol, Di Giulio 2, Walcher, Zanon 1 Brantsch 4, Parisato 1, Pejovic 7, Udovcic 9, Turkovic 6, Wiederhofer, Basic, Gasser. All.: Sporcic.
Arbitri: Anastasio e Zappaterreno di Roma.
È l’A Gold, Macagi Cingoli: giochi, t’impegni, dimostri d’essere in partita, ma sbagli conclusioni finanche a porta vuota e il sogno d’un successo, legittimato dal vantaggio fino a metà ripresa, s’infrange contro la dura realtà impersonata dal Bozen grintoso per costanti chiusure difensive, insidioso per costante rapidità conclusiva, supportato dal portiere Nungovitch che conferma la sua esperienza di globetrotter della pallamano. Morale della sfida: nel massimo campionato ogni errore si paga il doppio. E il Bozen vince 28-30. È subito reattiva la Macagi Cingoli, ma il Bozen fila via e al 15’ del primo tempo conduce per 7-9. Questione d’un minuto e la Macagi Cingoli traduce l’8-9 nel 9-9 che la proietta in vantaggio dal 18’ (11-10) al 23’ (13-12). Poi l’equilibrio diventa più accentuato, tant’è che si va al riposo sul 15-15. Si ricomincia con la Macagi Cingoli che contende al Bolzano la potenziale supremazia, conducendo (21-20) per 15’. Dal 16’ al 21’ lo scorcio è bilanciato: 24-24’ al 19’ quando inizia la controversa serie delle decisioni arbitrali e d’un lievitante nervosismo (6 rigori, 3 per parte, dal 21’) col Bozen marpione e la Macagi Cingoli che va sotto, dandoci dentro per rimontare nel finale che diventa sempre più in salta perché la lucidità si affievolisce: 24-25 al 23’, 25-28 al 26’, 27-29 al 29’, quindi il 27-30 diventa 28-30 realizzando l’ultimo tiro dai sette metri.
Gianfilippo Centanni