Matelica e il patto negli spogliatoi "Così abbiamo costruito l’impresa"

Festa per la serie C, Colavitto: a novembre chiesi ai ragazzi di firmare un contratto sulla vittoria del campionato

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"Prima della partita col Notaresco (10 novembre 2019; ndr), che poi perdemmo per 2 a 1, presi un foglio A4 e chiesi ai miei giocatori di sottoscrivere una specie di contratto in bianco sulla vittoria del campionato. Lo avrebbero dovuto firmare tutti quelli che ci credevano veramente. Nessuno si tirò indietro, ogni giocatore mise la sua firma. Allora capii davvero di avere un gruppo di ragazzi determinati, convinti di poter onorare il patto fino in fondo. Ieri (lunedì; ndr), dopo la decisione del Consiglio federale, quel foglio è diventato il quadro della nostra impresa!".

È l’aneddoto con cui mister Gianluca Colavitto, dopo settimane di attesa, rompe il suo silenzio e confessa pubblicamente la soddisfazione per il traguardo raggiunto. "Tutti noi avremmo voluto concludere il campionato all’ultima giornata – dice l’allenatore biancorosso – e sarebbe stato sicuramente uno dei tornei più avvincenti degli ultimi anni, poiché erano ben 4 le squadre ancora in lotta per la vittoria finale. Purtroppo, però, un evento eccezionale e imprevedibile ha fatto sì che tutto ciò non si verificasse. Dopo lo stop ufficiale alla stagione il mio augurio era che le istituzioni del calcio cristallizzassero la classifica, ma ero pronto anche ad accettare con serenità qualsiasi decisione, consapevole di aver fatto un lavoro importante col contributo di tutte le componenti matelicesi". Gianluca Colavitto, nato a Pozzuoli e cresciuto nelle giovanili del Napoli di Maradona, compirà 50 anni nel 2021, quando il Matelica festeggerà il suo centenario. È stato l’uomo della svolta, arrivato in casa biancorossa all’inizio di ottobre al posto di mister Battistini. La squadra, con lui, ha infilato 15 risultati utili consecutivi compiendo una straordinaria rimonta. "Nel nostro percorso non ci sono state tappe decisive – spiega –, ma si è avuto un crescendo di applicazione da parte di tutti i ragazzi nello sposare, pian piano, la mia idea di calcio. Difatti, col passare dei giorni, notavo che la squadra assumeva sempre più una sua identità ben precisa".

Gli chiediamo di dare un voto ai protagonisti di questa cavalcata, ma il tecnico preferisce lodare "in toto" il gruppo e poi aggiunge: "Questo è il primo campionato che vinco in serie D, ma mi auguro di non fermarmi qui. Lo voglio dedicare alla mia famiglia: in primis a mia moglie Mariangela, poi ai miei tre figli Vittorio, Valeria e Alessandro". Una dedica speciale la fanno pure il direttore generale Roberta Nocelli e il diesse Francesco Micciola: "Il pensiero va a un tifoso e dirigente storico come Vittorio Pecchia, scomparso giusto un anno fa, pochi giorni dopo il successo in Coppa Italia. La sua passione e il suo impegno hanno contribuito a far grande il Matelica".