Il caldo tropicale non risparmia nemmeno Sefro, ci mancherebbe altro ed i 500 metri di altitudine contribuiscono solo, per utilizzare un termine caro ai meteorologi, ad una "attenuazione dei fenomeni". "Per questo – dice l’allenatore Giovanni Pagliari – stiamo cercando un po’ di adattare i nostri orari. La seduta di allenamento al mattino la svolgiamo dalle 9 alle 10.30 nel pomeriggio lavoriamo generalmente dalle 17 alle 19".
Pagliari, prime sensazioni, più che altro sul clima che si respira all’interno del gruppo?
"È rimasta quella grande cultura del lavoro che ci ha caratterizzato l’anno scorso. Anzi, posso dire che si è anche accentuata: d’altronde avevo pochi dubbi visto che conosco l’ossatura della squadra ed i nuovi non potevano non inserirsi bene in questo contesto".
Tra l’altro molti di loro li abbiamo sentiti motivati.
"Era un po’ quello che volevamo visto che abbiamo scelto giocatori giovani e con una particolare voglia di rivalsa, magari dopo una stagione non del tutto fortunata. Sono leve importanti sulle quali facciamo affidamento ribadendo che siamo anche consci delle maggiori difficoltà a cui andremo incontro".
Nessun senso di appagamento dopo la vittoria del campionato ed il tricolore?
"Assolutamente no. Per quello che ho visto in questi primi giorni di ritiro mi sento di escluderlo. I ragazzi stanno recependo le mie sollecitazioni nella maniera giusta".
Particolare non trascurabile anche il fatto che si può lavorare con una rosa pressoché completa, tra presunti titolari e rincalzi pur se non ama molto queste definizioni.
"L’obiettivo era di avere almeno due pedine per ogni ruolo e penso che l’abbiamo raggiunto. Con questo dico soltanto che possiamo fare bene".
Come sono le condizioni del campo di allenamento?
"Discrete: con questa siccità tutti i terreni di gioco di questo tipo avrebbero bisogno di 24 ore di acqua al giorno, comunque sia possiamo lavorare in maniera accettabile".
Giovedì infine l’orario di inizio dell’allenamento congiunto con una rappresentativa locale è confermato alle 18.30 per "venire incontro alle esigenze lavorative dei ragazzi locali", conclude Pagliari.