Notaresco, Matese, Tolentino, Pineto, Vastogirardi e ci fermiamo qui per non andare troppo indietro con la memoria: cosa hanno in comune queste compagini per la Recanatese? Semplicemente il fatto che la squadra giallorossa ha subito da loro delle rimonte, in qualche caso anche sorprendenti e clamorose per come sono maturate. Domenica, contro la vice-capolista del campionato, l’ennesima riprova di quello che ormai è possibile definire un problema cronico con la squadra che per due volte si è trovata in doppio vantaggio non riuscendo poi a gestire questa situazione estremamente favorevole. Non solo: il 2-0 che stava maturando nel primo tempo andava perfino stretto alla squadra di Giovanni Pagliari che aveva l’inerzia della partita completamente dalla sua parte con avversari che apparivano incapaci di abbozzare una reazione davvero efficace. Ancora una volta però un episodio contrario ha mutato il corso degli eventi e nella fattispecie è stata la punizione a sorpresa battuta da Dos Santos nel primo minuto di recupero che ha smarcato Palumbo davanti al portiere ed a quel punto è stato un gioco da ragazzi per il trequartista rossoblù infilare Remo Amadio. Quello che appare difficilmente comprensibile è come mai un reparto, sulla carta espertissimo, come quello difensivo della Recanatese rischi di andare in crisi con sconcertante facilità: domenica mancava Scognamiglio squalificato, ma i due centrali erano pur sempre Brunetti, 29 anni, e il 30enne Ferrante, giocatori non di primo pelo e avvezzi a certe situazioni, considerando che hanno centinaia di presenze in categoria alle spalle. Il centrocampo non copre? Raparo è uno dei migliori interdittori in circolazione, Grieco è stato tra i più positivi nel rendimento, impreziosito dalla rete dell’1-0, e Gomez è tra le rivelazioni della stagione. Non resta che una spiegazione che non è di natura tecnica. Senza queste, chiamiamole così amnesie, la classifica avrebbe poi tutt’altro aspetto.
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