Vuelle, quasi tutti promossi Chara il migliore della classe

Il greco conquista tutti, Tambone la conferma, Totè la sorpresa, Mars l’enigma

Non c’è che dire, quest’anno ci siamo divertiti. Spesso siamo usciti dal palas appagati per lo spettacolo visto e abbiamo ammirato un gioco convincente grazie alla buona chimica costruita. I giocatori si sono fatti amare, compatti come gruppo, spavaldi individualmente e disposti a spendere sul campo tutte le energie, come piace ai tifosi. Hanno saputo reggere gli infortuni capitati e i cambiamenti che hanno stravolto un meccanismo perfetto, riuscendo a superare la grande crisi con un finale ruggente e regalando l’emozione di sconfiggere Milano, prima vittoria nei playoff a distanza di ben undici anni. L’ultima era stata nelle semifinali del 2012, sempre contro l’Olimpia: una serie terminata 3-1, esattamente come i quarti di questa stagione. La società ha saputo scovare nel sommerso Abdur-Rahkman che a lungo è stata la rivelazione nel suo ruolo, ha scommesso sulla redenzione di Charalampopoulos che ha fatto vedere la sua stoffa, ha creduto nel rilancio di Mazzola che a Venezia era diventato uno specialista, ha convinto un emergente come Visconti a credere nel progetto che Pesaro aveva per lui. Forse si poteva scegliere un pivot più incisivo di Kravic, ma in tante serate il serbo ha fatto il suo dovere, mentre Cheatham ha risolto diverse situazioni pur nella sua discontinuità al tiro. Insomma gli acquisti sono stati ben bilanciati tenuto conto del budget a disposizione. Anche la scelta di Gudmundsson per rimpiazzare Tambone, inizialmente guardata con sospetto, si è rivelata giusta. Si poteva essere più celeri per chiudere il buco quando Mazzola si è infortunato, certo, ed è stata quella la svolta che ha incrinato le sicurezze di una stagione fin lì da urlo. Ma non dimentichiamo che in quel periodo c’era anche l’incertezza delle condizioni di Charalampopoulos che ha confuso le idee sulla scelta da fare, allungando i tempi. Si fosse riuscito a prendere un italiano, cosa che la Vuelle voleva fare, molti problemi sarebbero stati evitati. Alla fine è arrivato Austin Daye che non era esattamente l’uomo adatto per il sistema di Repesa, ma i due si sono capiti e hanno collaborato per il bene della Vuelle. Elisabetta Ferri