Alluvione Marche, il vescovo di Senigallia: "Ora basta fare scaricabarile"

In visita agli alluvionati a Pianello d'Ostra: "Voglio stare vicino alla gente e sono preoccupato perché le persone mi dicono che non si sentono più sicure e pensano di andarsene"

Pianello d'Ostra (Ancona), 20 settembre 2022 - A quattro giorni dalla tragica alluvione della valle del Misa, a Pianello d’Ostra, frazione più colpita a livello di vittime, ben 4, si continua a spalare fango. A volontari, vigili del fuoco e residenti disperati ieri mattina ha fatto monsignor Francesco Manenti, vescovo di Senigallia.

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Il vescovo di Senigallia Francesco Manenti ha incontrato i cittadini di Pianello
Il vescovo di Senigallia Francesco Manenti ha incontrato i cittadini di Pianello

Eccellenza, che impressione ha avuto?

"Più che un’impressione, è stata una botta forte al cuore. Ho incontrato famiglie di persone che hanno perso tutto e i familiari di alcune vittime. Altre si sono salvate miracolosamente, storie a lieto fine, ma che dietro hanno tanta sofferenza. È una desolazione. Nessuno si aspettava una cosa del genere".

È normale, secondo lei quanto accaduto?

"Assolutamente no e io questo lo dirò anche nelle sedi opportune. Chi deve fare la propria parte la faccia per intero e fino in fondo, tutte le istituzioni competenti. Basta delegare sempre le responsabilità, succede troppo spesso. Chi di dovere si assuma l’onere e basta ai palleggi di responsabilità. Devono capire che qui non siamo di fronte a una realtà qualsiasi, con pochi danni. Qui c’è gente morta e gente che ha perso tutto, compreso il lavoro di una vita".

Lei è diventato vescovo di Senigallia dopo l’alluvione del 3 maggio 2014 .

"Sì, ho sentito i racconti di quanto accaduto nel 2014 ed ero convinto che una tragedia del genere non si sarebbe mai più verificata".

Oltre allo strazio delle persone coinvolte, cosa l’ha colpita di più?

"Una preoccupazione, ossia il fatto che le persone non si sentono più sicure e meditano di andarsene. Anche per questo motivo mi farò garante nei confronti dei livelli istituzionali più alti".

Lei ha già rivolto un messaggio alle istituzioni, adesso cosa serve?

"Non si può pensare di prendere ulteriore tempo, qui bisogna agire con tempestività, concretezza, intelligenza e soprattutto in fretta".

Quale è stato il motivo che l’ha spinta a questa visita?

"La volontà di stare vicino alle popolazioni, ascoltare le loro sofferenze. E dare un po’ di speranza a tutti. Io non ho soluzioni tecniche, sono solo un pastore che soffre e che si mette a disposizione della sua comunità".

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