Castelli nelle Marche: dame, amori, cavalieri e l’ombra dei fantasmi

Estate alla scoperta delle fortezze della regione che hanno finalmente riaperto al pubblico. Dalle visite guidate a un calendario di appuntamenti: ecco un possibile itinerario

A Torriana c’è il castello di Montebello, con la leggenda del fantasma di Azzurrina

A Torriana c’è il castello di Montebello, con la leggenda del fantasma di Azzurrina

Ancona, 12 giugno 2021 - Una storia di aspre contese per il controllo del territorio. È questo che raccontano i tanti castelli e rocche incastonati tra le colline delle Marche, costruiti allo scopo di difendersi dagli assalti nemici. Qui si sono disputate, nei secoli, alcune battaglie leggendarie: basti ricordare quella di Castelfidardo, rivelatasi poi decisiva per l’unificazione italiana nel 1860. Visitare i castelli marchigiani significa compiere un viaggio nel tempo e conoscere storie mozzafiato di amori infelici e intrighi misteriosi. "Amor , ch’a nullo amato amar perdona / mi prese del costui piacer sì forte / che, come vedi, ancor non m’abbandona". Sembra di risentire i versi danteschi del V canto dell’Inferno mentre ci si aggira tra le sale del castello di Gradara. La leggenda vuole che proprio qui si sia consumata la tragica vicenda di Paolo e Francesca, i due amanti uccisi da Gianciotto Malatesta, fratello di Paolo e marito di Francesca: la visita alla rocca consente di entrare nelle stanze abitate da Francesca e vedere, fra l’altro, la botola da cui Gianciotto avrebbe fatto capolino, sorprendendo i due sfortunati amanti in flagrante. Nel 700esimo anniversario dalla morte di Dante Alighieri, Gradara può essere inserita nell’itinerario che ripercorre i luoghi marchigiani citati nella Divina commedia, come Fiorenzuola di Focara, Fermo e Urbisaglia. Un’altra fortezza resa celebre da un’antica leggenda è quella di Acquaviva Picena: tra le sue segrete vagherebbe il fantasma del Capitano della rocca, reo di essersi fatto corrompere, nel 1432, da Giosia Acquaviva. Quest’ultimo gli aveva promesso che avrebbe conquistato il maniero senza infierire sui residenti: il capitano allora lo lasciò entrare, ma Giosia disattese la promessa e uccise tutta la guarnigione e gli abitanti. Anche il capitano morì mentre cercava di proteggere la sua famiglia. Ancora oggi, in inverno, qualcuno giura di udire i lamenti del fantasma del capitano tra i sibili del vento. Anche la rocca ubaldinesca di Sassocorvaro è molto di più di un mirabile esempio di architettura militare rinascimentale. L’edificio deve infatti la sua fama al fatto di aver custodito, durante la seconda guerra mondiale, oltre 10mila capolavori d’arte dai bombardamenti e dai furti nazisti. L’allora sovrintendente delle Belle arti delle Marche, Pasquale Rotondi, decise di nascondere al suo interno, dal 1943 al 1945, opere di Lorenzo Lotto, Tiziano, Piero della Francesca, Paolo Uccello e il simbolo della regione: quella ‘Città Ideale’ che oggi è possibile ammirare a Urbino, alla galleria nazionale delle Marche. Durante il conflitto la rocca ospitava una scuola elementare e, per non destare sospetti, Rotondi volle che l’istituto continuasse a funzionare. Un tour tra le meraviglie delle Marche non può, tuttavia, tralasciare i luoghi feriti dal terribile sisma del 2016, tuttora in attesa di interventi di recupero. Veglia severa sul paese distrutto la rocca di Arquata del Tronto, che ha in parte retto alla forza del terremoto (ma gli interni sono inagibili). Gravemente danneggiata anche la rocca Varano, che domina la vallata del Chienti, nel Maceratese. Di recente, un manipolo di cittadini si è attivato per salvarla dal degrado e proporne la ristrutturazione.