Marche, tornano le donne nel mondo del lavoro

Secondo la Cna Marche calano invece gli uomini in entrata

operaia al lavoro (Archivio)

operaia al lavoro (Archivio)

Pesaro 15 dicembre 2022 - Ha tirato forte il mercato del lavoro nei primi nove mesi dell’anno a livello regionale: a settembre gli occupati erano 638893, con un aumento di 22.377 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Ma la cosa particolare di questo report della Cna regionale è che la gran parte dell’incremento arriva grazie alle donne (+24.492) mentre tra gli uomini gli occupati calano di 2.115 unità. Ma l’altra faccia della medaglia di questo studio è che tra dicembre e febbraio del prossimo anno sono previste 30.550 assunzioni rispetto alle 34.360 dello stesso periodo di un anno fa e quindi si ha un trend in calo. Nel mese di dicembre le entrate previste saranno 7410 (-1,1). In un anno le donne che hanno deciso, per scelta o per necessità di mettersi in gioco e di cercare un lavoro sono state 26.541 mentre tra gli uomini la forza lavoro è calata di 1.769 unità.

A cercare lavoro sono 25.459 donne e 20.567 uomini, con una crescita complessiva di 2.394 disoccupati di cui 2.048 donne. in crescita anche i disoccupati senza precedenti esperienze lavorative (+1.720) mentre sono in forte calo quelli che non cercano o non sono disponibili a lavorare (-22.472). Un’analisi quella del Centro Studi Cna Marche su dati Istat, che evidenzia come gli occupati aumentino nell’industria (+4,7 per cento), nelle costruzioni (+6,1) e nei servizi (+3,8) mentre crollano in agricoltura (-11,3).

“A raffreddare gli entusiasmi – dice il presidente Cna Marche Paolo Silenzi – ci pensano i dati Excelsior Unioncamere che certificano, per le imprese della nostra regione, un calo delle entrate di lavoratori in azienda dell’11,1 per cento tra dicembre e febbraio del prossimo anno. In tre mesi sono previste 30.550 assunzioni rispetto alle 34.360 dello stesso periodo di un anno fa. Nel mese di dicembre le entrate previste saranno 7.410 (-1,1). Entrate destinate per quasi la metà a restare sulla carta. A causa della difficile reperibilità dei profili professionali richiesti. A frenare nuove assunzioni contribuiscono gli elementi di incertezza economica dovuti ai costi energetici, alla crescente inflazione e all’aumento del costo del denaro. Le imprese preferiscono aspettare, rinviando a tempi migliori investimenti e assunzioni. Ci auguriamo che nel 2023 le tensioni sui mercati si raffreddino anche grazie agli interventi del Governo e dell’Europa, scongiurando i rischi di recessione”.

m.g.