EMILY POMPONI
Cosa Fare

Fai, ecco i luoghi del cuore 2023: la classifica dei gioielli più amati delle Marche

Chiusa a dicembre è stata pubblicata a febbraio la graduatoria definitiva del Fondo ambiente italiano sulle località più belle d’Italia e della regione. Tra questi anche uno colpito dall’alluvione: si tratta della Chiesa di Santa Maria delle Tinte

Ancona, 16 febbraio 2023 – Ecco i luoghi più amati delle Marche. Pubblicata la classifica ufficiale de i “Luoghi del cuore” del Fondo ambiente italiano, un’iniziativa che promuove ogni anno borghi, paesaggi e tradizioni del Paese. L’undicesima edizione del noto censimento si è conclusa il 15 dicembre scorso ed è appena stata pubblicata definitivamente la classifica: 1.500.638 i voti raccolti per più di 38.000 luoghi. Ecco i tesori marchigiani (foto).

Pubblicata la classifica del Fondo ambiente italiano con i tesori più amati dell'Italia, e delle Marche. Ecco i primi cinque nella lunga classifica che vede oltre 38.000 luoghi in tutto il Paese

Villa e parco Cerboni Rambelli

San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno Nella classifica Fai ha conquistato il 36° posto totalizzando 7.400 voti

La Villa Cerboni Rambelli venne costruita alla fine del 1800 dal dottor Angelo Cerboni Baiardi. La villa, che fu dimora di Anna Maria Sestili e del dottor Rambelli, è composta da un corpo centrale, a pianta quadrata, di tre piani al quale si affiancano due corpi laterali, a pianta rettangolare, più bassi, di soli due piani che terminano con due terrazze che si affacciano sul mar Adriatico ad est, sul paese a nord e sulla campagna circostante nelle altre direzioni.

La villa ha anche un parco di circa 12.000mq che ha le caratteristiche del Giardino all’Italiana con un aspetto molto elegante e una notevole varietà di piante che crescono tra elementi di arredo e zone relax riservate.

Oasi naturalistica di San Gaudenzio

Senigallia, Ancona Nella classifica Fai ha conquistato il 45° posto totalizzando 6.375 voti

L’area di San Gaudenzio si estende su una superficie di circa 32 ettari collocata ad un’altitudine che va dai 20 al 80 metri sul livello del mare, che si trova a 4 km, e rappresenta un’isola semi naturale di notevole importanza per la parte settentrionale della provincia di Ancona, in quanto si localizza nella fascia collinare sublitoranea ormai quasi totalmente occupata da terreni agricoli.

La località deve il nome alla presenza di un sarcofago, fatto costruire dal vescovo Sismondo, contenente il corpo di San Gaudenzio trasportato da Rimini a Senigallia durante una pestilenza nel 590 e oggetto di venerazione da parte di Teodolinda, regina dei Longobardi, che, alla fine del 500, fece costruire sul posto una chiesa a tre navate ed un monastero per i monaci benedettini, anche per la presenza di una sorgente di acqua che alimentava la città.

Oltre alla sorgente di acqua che diede origine all’acquedotto, fatto costruire alla fine delle ‘500 da Francesco Maria della Rovere per rifornire di acqua le fontane di Senigallia, nell’800 era presente anche una sorgente di acqua sulfurea medicamentosa, paragonabile a quella di Porretta Terme e di Acquasanta; per questa storia, nel 1861, Senigallia venne definita “la Nizza delle Marche”. I forni di San Gaudenzio vennero spenti nel 1947 e l’edifico che li ospitava articolato in due corpi di fabbrica costituisce un pregevole esempio di archeologia industriale.

L’Oasi Naturalistica di San Gaudenzio, straordinario esempio di naturalità e bellezza paesaggistica, è usata dai cittadini di Senigallia per svago, attività didattiche o sportive, oltre che per il turismo balneare, verde o ecoturismo

Chiesa di Santa Maria delle Tinte

Pergola, Pesaro e Urbino Nella classifica Fai ha conquistato il 46° posto totalizzando 6.031 voti

Nel cuore della Valle del Cesano sorge il borgo di Pergola, conosciuto anche come la "città dalle cento chiese”. La particolarità della Chiesa di Santa Maria delle Tinte sta nel contrasto tra l’esterno in mattoni rossi e l’interno in gesso bianco. Ma degni di nota sono anche le panche dipinte con stemmi e motivi floreali e il pavimento in cotto con la rosa dei venti.

Costruita per volontà della Corporazione dei Tintori e Lanaioli e conclusa nel 1787 presenta una cupola ottagonale con tiburio sormontato da lanterna. L’interno è a croce greca abbellito con stucchi bianchi, fra i quali emergono le statue delle Virtù Teologali e dei Profeti David e Samuele. Al suo interno, inoltre, sono custodite tante opere pittoriche.

Questo luogo è stato colpito dall’alluvione delle Marche del 15 settembre 2022.

Torre sul Porto Sentina

San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno

Nella classifica Fai ha conquistato il 68° posto totalizzando 4.402 voti

Verso la metà del Seicento la peste si stava diffondendo a macchia d’olio e così, nel 1673, per cautelare il territorio ascolano dall’arrivo di merci straniere fu costruita una nuova struttura rettangolare che in parte inglobava il torrione stesso.

La struttura attuale dell’edificio è caratterizzata da un corpo centrale di grandi dimensioni a pianta rettangolare detto "casone”, e da una struttura minora a pianta ottagonale inserita in parte all’interno della prima. Entrambe le strutture si presentano con una muratura in laterizio a vista costituita da ricorsi regolari interrotti solamente da una semplice cornice marcapiano, anch’essa realizzata con laterizi sagomati a “toro”.

All’interno dell'edificio vi sono gli angusti ambienti della torre cinquecentesca dove venivano relegati i malviventi, utilizzati poi come casa per i mezzadri locali. Il sistema di copertura sia della torre cinquecentesca che del “casone” sono stati sostituiti, nel XIX secolo, da una struttura lignea sulla quale poggiano le tavelle in cotto e il manto in coppi. L'interno dell'edificio è però attualmente inagibile e necessita di ingenti lavori di ristrutturazione; considerando, inoltre, che è minacciata da una grave erosione costiera, dove il mare oramai lambisce la Torre sul Porto. 

Ponte di Cecco

Ascoli Piceno Nella classifica Fai ha conquistato il 84° posto totalizzando 3.738 voti

Ponte militare ad arco unico su due campate di epoca romana. Fatto saltare dai tedeschi durante la ritirata del 1944, furono raccolti tutti i conci nel Castellano e ricostruito integralmente con il materiale originario. Il nome c’è chi lo attribuisce alla leggenda medievale per cui è stato edificato in una sola notte da Cecco D'Ascoli in combutta con il diavolo; altri lo attribuiscono a Cecco Aprutino, maestro medioevale cui Galeotto Malatesta si sarebbe rivolto per farlo restaurare. Il ponte è percorribile e mostra un paesaggio fluviale di rara bellezza.

Alcuni luoghi del cuore Fai per provincia

Ancona

  • Oasi naturalistica di San Gaudenzio, Senigallia (45°)
  • Tempio del Valadier, Genga (420°)
  • Borgo di Numana, Numana (427°)
  • Spiaggia di Numana (475°)
  • Ex officina ferroviaria Squadra Rialzo, Falconara Marittima (488°)

Ascoli Piceno

  • Villa e Parco Cerboni Rambelli, San Benedetto del Tronto (36°)
  • Torre sul Porto Sentina, San Benedetto del Tronto (68°)
  • Ponte di Cecco (84°)
  • Borgo di Cossignano, Cossignano (365°)
  • Paese Alto, Grottammare (508°)

Macerata

  • Rocca Varano, Camerino (369°)
  • Orto sul colle dell’Infinito, Recanati (417°)
  • Villa Buonaccorsi, Potenza Picena (524°)
  • Castello di Lanciano, Castelraimondo (532°)
  • Centro storico di Visso, Visso (537°)

Fermo

  • Area archeologica del Santuario ellenistico romano La Cuma, Monte Rinaldo (289°),
  • Chiesa di San Zenone (433°)
  • Chiesa di San Francesco (Ex Convento dei Frati), Monte San Pietrangeli (520°)
  • Villa Zara, Torre San Patrizio (522°)
  • Eremo di San Leonardo, Montefortino (567°)

Pesaro e Urbino

  • Chiesa di Santa Maria delle Tinte, Pergola (46)
  • Pieve di Santo Stefano di Gaifa e Torre Brombolona Canavaccio, Urbino (118°)
  • Borgo di Montefabbri, Montefabbri (324°)
  • Terme di Carignano, Carignano (411°)
  • Ferrovia Fano-Urbino (446°)