Covid e bambini: il caso Marche. I dati americani del professor Silvestri

Negli Stati Uniti, sottolinea l'immunologo che lavora ad Atlanta, la chiusura delle scuole ha avuto effetti minimi sui contagi, a fronte di danni psicologiciiiiii

Guido Silvestri, immunologo di Senigallia

Guido Silvestri, immunologo di Senigallia

Ancona, 17 dicembre 2021 - La potremmo chiamare pandemia dei bambini. E’ un dato che emerge chiaramente dalle rilevazioni dall’ultima settimana di novembre e nei primi 15 giorni di dicembre del Centro di Epidemiologia delle Marche. L’incidenza su centomila abitanti è ormai stabilmente ai massimi nelle classi d’età 6-11 anni. Dal 21 novembre in poi siamo arrivati a un’incidenza di 370 su centomila abitanti, per poi salire a 400/500 casi per centomila abitanti nella prima metà di dicembre in quella fascia d’età.

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E’ evidente che si tratta di un contagio derivante dalla scarsa vaccinazione di quella fascia d’età e dal contagio nella scuola.

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I bambini dai sei agli undici anni si contagiano con i coetanei e portano a casa, in famiglia, l’infezione.E non è un caso che i picchi massimi di incidenza nelle ultime due settimane delle Marche riguardino soprattutto la fascia 11-13 con il tasso di incidenza 504 su centomila abitanti nella settimana 29 novembre-5 dicembre. Poi sceso a 447su centomila abitanti nell’ultima settimana dal 6-13 dicembre nella fascia d’età 6-10 anni. In relazione a questo stato di cose registriamo una presa di posizione del professor Guido Silvestri sul peso della chiusura della scuole in America.

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"Negli Stati Uniti la chiusura delle scuole (con annessa Dad) ha avuto effetti minimi sia sul numero di contagi da Sars-CoV-2 che sulla mortalità da Covid-19 nella comunità. Questo a fronte dei ben noti danni sociali e psicologici dovuti alla chiusura prolungata delle scuole ed evidenti soprattutto nelle famiglie a reddito più basso e/o precario. Danni i cui effetti le nostre società probabilmente sconteranno per molti anni". Lo sottolinea il virologo di Senigallia Guido Silvestri, docente negli Usa alla Emory University di Atlanta, commentando un articolo pubblicato su ‘Nature Medicine’. "La scienza funziona così, su dati, non pregiudizi – ammonisce il virologo, fondatore della pagina social ‘Pillole di ottimismo’ –. Chi si nutre di pregiudizi non batterà ciglio, ma chi dovrebbe, per istruzione e ruoli professionali, credere alle evidenze scientifiche - sulla scuola come sui vaccini - farebbe bene ad internalizzare questi dati in modo profondo. Naturalmente è facile dirlo col senno di poi, ma in retrospettiva – avverte ancora Guido Silvestri – appare sempre più chiaro che chiudere le scuole per limitare la diffusione di Covid è stato, alla prova dei fatti, più dannoso che utile".