Ancona, 11 ottobre 2024 – Il caso Dengue irrompe al G7 della Salute in corso ad Ancona. Il cambiamento del clima e la tropicalizzazione del Mediterraneo aprono capitoli nuovi anche in campo sanitario e l’epidemia marchigiana è un campanello d’allarme tutt’altro che trascurabile. Anzi, potrebbe essere definita un caso di scuola di quello che potrebbe succedere l’anno prossimo all’inizio della stagione calda. Il rischio è ben presente al ministro della Salute Orazio Schillaci, il padrone di casa. “La situazione – ha spiegato in una pausa dei lavori – per ora è sotto controllo ma il diffondersi della Dengue rappresenta un altro invito ad avere un approccio One Health (cioè esteso all’ambiente che ci circonda, ndr) nel quale fortemente crediamo, tant’è che nella ristutturazione del ministero della Salute abbiamo previsto un dipartimento specifico per queste tematiche”.
Già, perché il responsabile della diffusione della Dengue ha un nome e cognone: zanzara tigre. E il modo per limitare i danni è soprattutto uno: la disinfestazione. Lo ha ribadito ad Ancona il direttore esecutivo del programma emergenze sanitarie dell’Oms, Michael Ryan. “Nelle Marche quest’anno abbiamo un’emergenza legata all’insorgenza della Dengue. Non è una diffusione massiva, ma con 130 casi di trasmissione locale comparati con 82 dello scorso anno e zero dell’anno prima, il trend è preoccupante”.
Solo l’arrivo del freddo limiterà il contagio. “Questo dimostra che le zanzare, ovvero il vettore di trasmissione – ha spiegato Ryan – stanno diventando più prevalenti e diffuse. La malattia si muove con questi insetti, che peraltro cambiano abitudini, pungono di giorno e stanno aumentando in densità”. Anche in Europa, ad esempio in Francia, si verifica la stessa cosa. Non solo. “Vediamo – ha aggiunto Ryan – il ritorno di infezioni come la febbre del Nilo, il colera e la malaria. Oggi dobbiamo cercare di non perdere il vantaggio in salute che abbiamo guadagnato rispetto a 50 o 100 anni fa; se lasciamo che i vettori animali delle infezioni si espandano, rischiamo di perdere questo vantaggio”.
Per l’Oms la soluzione è ridurre il numero e la densità delle zanzare vettori e aumentare la conoscenza dei sintomi anche tra medici e infermieri al fine di avere dei trattamenti precoci. Quanto ai vaccini – ha aggiunto Ryan – al momento in Italia non sono prioritari, è più efficace la disinfestazione.
Anche su questo fronte, però, non mancano le polemiche, nelle Marche e non solo. Proprio ieri l’Istituto superio di Sanità ha diffuso il bollettino aggiornato sulla diffusione della Dengue. I casi confermati da inizio anno all’8 ottobre salgono a 625, ovvero 53 in più di quelli rilevati una settimana fa, quando se ne contavano 572. Dei 625 casi, 452 sono associati a viaggi all’estero e 173 sono invece autoctoni. Il focolaio più importante è quello di Fano, con 121 infezioni, e “altri focolai più contenuti sono stati identificati in altre regioni. In particolare in Emilia-Romagna, nel Modenese, sono state riscontrate 34 infezioni a Cavezzo e un caso a Mirandola e sono in corso indagini sulla popolazione. In Lombardia confermati 8 casi, mentre altri casi sporadici di infezione autoctona sono stati segnalati in Veneto, Toscana, Marche e Abruzzo.