ALESSANDRO CAPORALETTI
Cronaca

Alta velocità, Isi commissario: "Svolta per l’Italia centrale". Voli di continuità, tre offerte

Ferrovia Adriatica, c’è il decreto di nomina dell’ad di Rfi. Acquaroli: infrastruttura strategica

Aldo Isi

Aldo Isi

Ora è ufficiale, nero su bianco. C’è un commissario straordinario per l’alta velocità sulla linea Adriatica ed è Aldo Isi, amministratore delegato di Rfi. Ieri, a Palazzo Chigi, è stato firmato il decreto di nomina: il commissario si occuperà di "progettazione, affidamento ed esecuzione degli interventi finalizzati alla velocizzazione e al potenziamento della linea ferroviaria Adriatica". Ne ha dato notizia il governatore Acquaroli, "a ulteriore dimostrazione della centralità e del rilievo che l’intervento riveste per il governo". "Con la nomina del commissario si attua un abbattimento di tempi e procedure – ha spiegato –, imprimendo un cambio di passo fondamentale per dotare anche le Marche dell’alta velocità". Marche e non solo, da Bologna a Lecce sono più di ottocento chilometri di binari da allineare agli standard delle linee Core Ten-T, le direttrici strategiche della rete transeuropea dei trasporti. L’acronimo è Ac/Av, alta capacità e alta velocità, perché da qui dovranno correre treni passeggeri fino ai 300 chilometri all’ora e transitare convogli merci al ritmo di 176 al giorno, uno ogni otto minuti, direzione i porti di Taranto e Gioia Tauro, e viceversa. Sul tavolo della Regione è già arrivato da Rfi un piano di massima per la realizzazione – a stralci – di una nuova linea per gran parte in galleria e in arretramento rispetto a quella attuale (tra cinque e sette chilometri), che la Regione ha chiesto invece di riqualificare a metropolitana di superficie da destinare al trasporto locale, cioè ai treni dei pendolari, che altrimenti finirebbero soffocati nel viavai a getto continuo dei convogli sull’alta velocità.

Il costo stimato per il tratto marchigiano supera abbondantemente 20 miliardi, mettendo nel conto anche la spesa per costruire le cosiddette "stazioni incrocianti": oltre all’hub centrale di Ancona, Pesaro e San Benedetto, secondo i desiderata della Regione, che vorrebbe anche il primo stralcio di lavori tra Rimini e il capoluogo Ancona. "Quest’opera – ha sottolineato Acquaroli – non è solo una questione di mobilità, ma una sfida nazionale che riguarda la coesione territoriale, lo sviluppo economico e la competitività delle nostre comunità. È un progetto che cambierà radicalmente il volto dell’Italia centrale e meridionale".

Dalla ferrovia all’aeroporto di Falconara. Chiuso il bando bis per i voli di continuità territoriale, sempre ieri l’Enac ha fatto sapere che sono tre le offerte arrivate per l’affidamento dei servizi sulle rotte da Ancona per Roma Fiumicino e Milano Linate (e viceversa), e due per l’affidamento dei servizi sulla rotta Ancona-Napoli (e ritorno). Il periodo è di due anni dal primo novembre. Le compagnie SkyAlps (che attualmente opera la continuità territoriale) e Volotea hanno presentato un’offerta per tutte e tre le rotte (Roma, Milano e Napoli), mentre la danese Dat (Danish Air Transport) per le due rotte Ancona-Roma e Ancona-Milano. Ora l’Enac valuterà le offerte riunendo la commissione appositamente costituita. Così "saranno garantiti collegamenti essenziali, che renderanno la regione ancora più attrattiva e accessibile – ha detto il governatore Acquaroli –. È un segnale concreto dell’attrattività delle Marche e dell’attenzione verso il nostro aeroporto, che nel 2024 ha sfiorato il record storico di passeggeri, posizionandosi nella top ten dei migliori aeroporti per crescita di passeggeri rispetto al 2023 in Italia. Un’opportunità straordinaria per il turismo, l’economia e la qualità dei servizi".

Alessandro Caporaletti