ALESSANDRO CAPORALETTI
Cronaca

Bonaccini lancia Ricci: "Regione contendibile col centrosinistra unito"

"L’economia non va bene e la sanità pubblica sta nettamente peggiorando. E la destra non dia la colpa a chi c’era prima, in Umbria non ha funzionato". .

"L’economia non va bene e la sanità pubblica sta nettamente peggiorando. E la destra non dia la colpa a chi c’era prima, in Umbria non ha funzionato". .

"L’economia non va bene e la sanità pubblica sta nettamente peggiorando. E la destra non dia la colpa a chi c’era prima, in Umbria non ha funzionato". .

Caporaletti

Stefano Bonaccini, europarlamentare e presidente del Pd, nell’ultima settimana di settembre (probabilmente) si voterà nelle Marche governate da cinque anni dal centrodestra di Francesco Acquaroli (FdI) dopo decenni di giunte di centrosinistra. Il Pd candida Matteo Ricci, europarlamentare, già sindaco di Pesaro. Diciamo che dopo il ribaltone in Umbria un po’ ci sperate, anche se il ministro Lollobrigida si dice convinto che vincerà Acquaroli senza troppi problemi. I sondaggi dicono che tra le regioni governate dal centrodestra che andranno al voto le Marche sono davvero l’unica contendibile.

"Con una battuta verrebbe da dire che siccome Meloni e Salvini si dissero certi della vittoria in Umbria di Tesei, fossi in Acquaroli toccherei ferro. Voglio stare ai numeri: alle ultime elezioni europee i partiti di centrosinistra hanno avuto quanto quelli del centrodestra. Sostanziale parità. Nell’ultima classifica del Sole 24Ore sul gradimento dei presidenti di Regione, Acquaroli risultava in coda col 43% (per dire, io ero rilevato al 67%). Ma soprattutto registro che la sanità pubblica sta nettamente peggiorando e l’economia non va bene, a partire dal crollo dell’export. Così come, ma è un mio giudizio, la regione pesa pochissimo sulla scena nazionale. Penso che se a un cittadino, una famiglia, un imprenditore marchigiani chiedi se le cose vadano meglio rispetto a cinque anni fa, la maggioranza risponderà che va peggio. Per tutte queste considerazioni penso che come accaduto in Umbria, la regione sia altamente contendibile. Anche perché mi auguro che il centrosinistra si unisca attorno a Matteo Ricci, che è stato un sindaco straordinario, e anche per questo un anno fa eletto in Europa con una marea di preferenze".

Parliamo di coalizione. Il Pd sta cercando di comporre il campo largo. Avs, M5s, Italia Viva e socialisti più o meno ci stanno. L’ex governatore Spacca ha scelto Acquaroli, Azione deve ancora decidere, ma non arrivano segnali positivi. Pensate di portarli nel campo largo? In una competizione all’ultimo voto contano anche i decimali. E poi ci sarà anche bisogno di un po’ di civismo, immagino.

"Ho governato l’Emilia-Romagna per dieci anni senza mai allearmi con il Movimento Cinque Stelle. Ma anche io ho contribuito a costruire un’alleanza più ampia lo scorso novembre, alle elezioni regionali che hanno visto de Pascale vincere con circa venti punti di distacco. Come in Umbria e in Emilia-Romagna, credo ci siano anche nelle Marche le condizioni per un centrosinistra nuovo, plurale e anche molto civico. Dopodiché è evidente che un’alleanza, affinché sia vincente, non la costruisci soltanto ’contro’ gli avversari, ma la devi costruire attorno a un progetto e un programma di governo condivisi".

L’altra sera, lei è stato a Macerata Feltria con Matteo Ricci per parlare di aree interne e di sanità. Ecco, la sanità sarà uno dei grandi temi della campagna elettorale. Nelle Marche, come in tutta Italia ormai, c’è un grave problema con le liste d’attesa e la mancanza di medici e il Pd sta attaccando a testa bassa. Poi però il centrodestra ha buon gioco nel dire che la sanità delle Marche è stata sempre gestita dal centrosinistra e dal Pd, vedi l’assessore Mezzolani e l’ex governatore Ceriscioli.

"Mi sembra di sentire le stesse giustificazioni che la destra ripeteva in Umbria e direi che non le è andata troppo bene. Anche perché se dovessi indicare il motivo principale per cui abbiamo vinto in Umbria dopo una sola legislatura, indicherei il crollo della qualità della sanità pubblica. E francamente, dopo cinque anni, i cittadini giudicano anche quello che hai fatto tu, non solo ciò che è successo in passato. Di certo, anche durante le recenti proteste della Conferenza delle Regioni nei confronti del ministro alla sanità Schillaci per le mancate promesse sulle liste di attesa, Acquaroli si è segnalato per il suo silenzio, a differenza anche di suoi colleghi presidenti di centrodestra, a partire da Luca Zaia. I numeri parlano chiaro: con il governo Meloni il rapporto tra la spesa pubblica sanitaria e il Pil del Paese è sceso attorno al 6%, fanalino di coda addirittura in Europa".

Cinque anni fa, Acquaroli vinse anche contro il piano dei famosi ‘ospedali unici’ voluti da Ceriscioli, un progetto oggi ripudiato da Ricci. Anche il Pd ha cambiato idea rispetto alla necessità di potenziare la rete dell’assistenza territoriale?

"Posso parlare della mia esperienza in Emilia-Romagna, ma più in generale di ciò che serve alla sanità pubblica nazionale, che la destra sta demolendo per favorire la sanità privata: bisogna irrobustire la sanità territoriale, investendo su ospedali di comunità, case di comunità (la mia regione detiene il record) e sull’assistenza domiciliare, perché la presa in carico e la cura delle persone nel proprio territorio faranno sempre più la differenza".

Nelle Marche c’è un altro grande tema: il lavoro. Dopo Fedrigoni, l’ultima crisi si è aperta con la Beko (scongiurata la chiusura del sito di Comunanza, ma tagli a Fabriano) e anche il distretto fermano-maceratese della moda è in cronica sofferenza. E certo, i dazi di Trump non aiuterebbero. Ritiene che la filiera governo-Regione abbia funzionato bene?

"Per nulla. Meloni non era la migliore amica di Trump? E com’è che l’Italia, a differenza di ciò che sostenevano parlamentari di Fratelli d’Italia, vedrebbe applicati gli stessi dazi degli altri Paesi europei? D’altra parte, l’Unione Europea può sperare di contrastare e portare a più miti consigli il presidente americano solo se starà unita, non ognuno per sé. Certo che eventuali dazi farebbero molto male al nostro Paese, che ha un surplus commerciale di quasi 40 miliardi a proprio vantaggio con gli Stati Uniti. Dopodiché il problema delle Marche è che (a differenza della mia regione, che ha raggiunto livelli record di export negli anni scorsi) l’export e l’economia sono peggiorati ben prima dell’arrivo di Trump".

A proposito di Pd, Ricci dice che in lista vuole i migliori. Quindi il problema di un eventuale, terzo mandato per i consiglieri regionali che ne hanno già fatti due è superato?

"Liste ’forti’ sarebbero sempre auspicabili, ancora di più quando la partita probabilmente si giocherà sul filo di lana. Ma in ogni caso su questi temi è giusto che decida il partito marchigiano".

Da Roma arriveranno big e ministri per Acquaroli, forse anche la premier Meloni. Teme un effetto Abruzzo sull’elettorato?

"Anche in Umbria sono scesi i big. Così come cinque anni fa, quando rivinsi in Emilia-Romagna contro molti pronostici, vennero tutti i leader nazionali per due mesi consecutivi e persino tutti i miei allora colleghi di regione. Sapete in entrambi i casi come sia andata. Consiglio di parlare tanto dei problemi delle Marche e delle possibili soluzioni, e poco di politica nazionale. Ai marchigiani credo interessi sapere che cosa si farà per la loro regione, non altro. Esattamente come sta facendo Matteo Ricci".