Calo delle nascite nelle Marche: – 33,4 per cento in dieci anni

La maggiore decrescita a Pesaro. E la popolazione invecchia: un quarto dei residenti è over 65

Ancona, 9 gennaio 2023 - Il ritmo è impressionante: in dieci anni nelle Marche le nascite sono crollate di un terzo. I dati parlano chiaro: tra il 2011 e il 2021, le nascite della popolazione residente nelle Marche sono diminuite del 33,4% passando da 13.858 a 9.222 (-4.634 unità). La provincia che ha segnato la maggior decrescita è quella di Pesaro-Urbino, con un preoccupante -37,1%. L'andamento si fa crollo negli ultimi mesi: il calo registrato nel solo 2021, rispetto all'anno precedente, è stato del 2,3%, con 210 nascituri in meno.

Tasso di fecondità e età delle neomamme

Secondo lo studio di Ires Marche, il centro studi della Cgil regionale che ha elaborato dati Istat, nel decennio preso in esame si osserva anche un costante declino del tasso di fecondità totale (numero medio figli per donna), che passa da 1,42 a 1,20, mentre aumenta l'età media delle madri al parto, che nel 2011 era di 31,4 anni mentre nel 2021 sale a 32,6 anni. L'Ires evidenzia anche la diminuzione del contributo alla natalità dei cittadini stranieri: dal 2011 al 2021 i nati da almeno un cittadino straniero si sono ridotti di 1.336 unità (-38,1%) e costituiscono attualmente il 23,5% del totale dei nati nelle Marche.

La popolazione invecchia

Il calo delle nascite è inoltre accompagnato dal progressivo invecchiamento della popolazione: se nel 2011 gli under 15 rappresentavano il 13,4% del totale dei residenti, nel 2021 la percentuale si abbassa al 12,3%; tendenza opposta per gli over 65, che nello stesso periodo aumentano il loro peso sulla popolazione totale da 22,6% a 25,4%. Secondo il centro studi, il trend della denatalita' nella regione e' proseguito anche nel periodo gennaio-settembre 2022.

La lettura del fenomeno

"La causa principale risiede nel fatto che l'occupazione femminile nella nostra regione è per lo più precaria, discontinua, senza garanzie di reddito né di diritti - dice Loredana Longhin della segreteria regionale Cgil- La reintroduzione dei voucher, voluta dal Governo Meloni, avrà come effetto immediato di destrutturare ancora di più il mercato del lavoro. E sappiamo bene, che a livello regionale la situazione lavorativa è già compromessa dalla presenza di 260mila Neet".

E ancora: "A frenare le donne dal fare i figli sono anche gli alti costi dei servizi all'infanzia - aggiunge Longhin - Servono posti negli asili nido, ma è necessario che i servizi siano accessibili, perché il costo degli asili nido nelle Marche è tra i più alti in Italia. Se vogliamo invertire questo trend negativo è necessario che le donne abbiano un lavoro stabile, e servizi pubblici adeguati per la cura dei figli e percorsi di formazione che le consentano di ritornare al lavoro. Per noi queste sono le priorità, ci auguriamo che lo siano anche per la Regione Marche visto che il futuro dipende dalle donne".