Chiara Ferragni: "Marche, quasi impossibile abortire"

L’influencer attacca Fratelli d’Italia. È subito bufera politica. Il Pd: "Ha regione". I meloniani: "Falso"

La storia su Instagram della Ferragni

La storia su Instagram della Ferragni

pesaro, 25 agosto 2022 - "Fratelli d’Italia  ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche che governa. Una politica che rischia di diventare nazionale se la destra vince le elezioni". La bomba sulla campagna elettorale la lancia Chiara Ferragni su Instagram: "Ora è il nostro tempo di agire e far si che queste cose non accadano", aggiunge. Le Marche, trasformate da Giorgia Meloni in laboratorio politico per l’Italia, diventano subito un terreno di battaglia. Da regione dietro le quinte, ora siamo al centro del palcoscenico, dopo che la leader di Fratelli d’Italia ha aperto proprio qui, ad Ancona, la campagna elettorale che dovrebbe portarla a Palazzo Chigi.

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Le parole della Ferragni fanno seguito a un’inchiesta del Guardian sulle Marche (ne riferiamo nell’articolo sotto). Il titolo è un affondo: "Diritto all’aborto a rischio nella regione guidata dal partito del possibile prossimo primo ministro d’Italia".

E le reazioni non si fanno attendere. La prima in ordine di tempo è quella di Alessia Morani, deputata uscente: "Grazie a Chiara Ferragni – scrive – si accende un faro sulle Marche governate da Fdi. Sono due anni che portiamo avanti questa battaglia da sole nell’ indifferenza dei più". A stretto giro di posta interviene Alberto Losacco, commissario regionale del Pd: "Questa regione, che la Meloni indica come modello per il Paese, è un laboratorio dei diritti negati, proprio come il Texas, come l’Ungheria di Orban. Chiara Ferragni ha ragione da vendere".

E poi Matteo Ricci, direttamente da Los Angeles, dove era impegnato per le celebrazioni dedicate a Luciano Pavarotti (servizio a pagina 5): "Appena insediata, FdI di Giorgia Meloni ha messo sotto attacco il diritto all’aborto nella regione Marche. Brava Chiara Ferragni – aggiunge Ricci – anche noi del Pd difendiamo questo grande atto di civiltà che le donne italiane hanno conquistato con le loro battaglie".

Di tutt’altro tenore , ovviamente, le reazioni di Fratelli d’Italia: "L’accusa che nelle Marche sia negato il diritto di abortire è falsa e infondata – dice Elena Leonardi, coordinatore regionale del partito e candidata alle Politiche – In due anni di governo regionale di FdI non è stato promosso alcun atto che vada contro la Legge 194 o che modifichi il diritto di accesso all’interruzione volontaria di gravidanza e chi oggi nel mondo della politica grida allo scandalo dovrebbe ben sapere che non sono le Regioni bensì lo Stato ad avere la competenza normativa a riguardo. Chi oggi arriva addirittura ad affermare che nelle Marche sia stato negato l’aborto deve prima provarlo con degli atti, che però non esistono, altrimenti dovrebbe scusarsi e raccontare la verità ai cittadini".

E diventa francamente difficile affrontare un argomento come l’applicazione della 194 quando diventa argomento di campagna elettorale. Se il problema è quello dei ginecologi obiettori, è evidente che c’era anche prima, soprattutto nel sud della regione. Stando ai dati dell’Istat elaborati dalla Cgil (li pubblichiamo a pagina 3), le Marche hanno superato la media nazionale di medici obiettori per la prima volta nel 2018 (il 69,3% contro il 69%). Certo, ci sono punte del 100% come gli ospedali di Fermo e Jesi, ma per esempio in provincia di Pesaro e Urbino siamo al 53,8%.

Che la Regione a guida centrodestra abbia però dato un’impronta diversa rispetto al passato è evidente, come dimostra per esempio la mancata applicazione delle linee guida ministeriali sulla somministrazione della pillola RU486. Poi ci sono state le prese di posizione dell’assessora antiabortista Giorgia Latini, che senza dubbio hanno contribuito a far diventare le Marche un caso.