
Sondaggio Swg, il governatore è undicesimo con un gradimento del 37%. I dem: "Due terzi dei cittadini vogliono cambiare". Putzu: già fatto nel 2020.
Il sondaggio Swg sul gradimento dei governatori accende lo scontro a distanza tra centrosinistra e centrodestra con vista sulle regionali d’autunno. Perché l’appeal di Francesco Acquaroli è sì in risalita di un punto percentuale rispetto all’ultima rilevazione (2024), ma col 37% di apprezzamento il governatore FdI delle Marche è fuori dalla top ten dei presidenti di Regione, saldamente guidata dall’immarcescibile leghista Luca Zaia in Veneto (70%) e dal compagno di partito Massimiliano Fedriga del Friuli (64%). Terza è la new entry dell’Umbria, Stefania Proietti (53%), prima governatrice del centrosinistra nella classifica, seguita dal forzista Roberto Occhiuto (Calabria) al 52%, ma in sensibile ascesa (+6%), e dal campano Vincenzo De Luca (idem), che tuttavia è in picchiata di quattro punti.
Acquaroli – che due anni fa aveva un gradimento del 40% – si ferma all’undicesimo posto, a pari merito con la governatrice della Sardegna, Alessandra Todde. E tanto basta perché il Pd parta lancia in resta alla vigilia dell’arrivo ad Ancona (oggi) della segretaria Elly Schlein per l’apertura della Festa dell’Unità che impalmerà Matteo Ricci. "Che Acquaroli non fosse apprezzato dai marchigiani era cosa nota: basta parlare con i cittadini, scendere in strada, nelle piazze, nei mercati, nella realtà concreta della regione", salta su il dem Maurizio Mangialardi, vice presidente del Consiglio regionale, che nel pallottoliere mette il "modesto 37% di Acquaroli (certificato da Swg), tra i presidenti col gradimento più basso d’Italia". Per Mangialardi, "i motivi alla base di questa diffusa insoddisfazione sono palesi a tutti: sanità sempre più in crisi, economia in stagnazione, occupazione precaria e mal pagata, giovani che fuggono dalle Marche, povertà in forte aumento". L’equazione è semplice. "Il 63% dei marchigiani, i due terzi – fa di conto il dem –, vuole un cambiamento radicale", che "può essere interpretato dal centrosinistra e da Matteo Ricci".
Ma la politica non è una scienza esatta e a scavare tra i numeri ognuno trova le proprie ragioni. E infatti dal centrodestra è Andrea Putzu (FdI) che si incarica di respingere l’arrembaggio del Pd, ricordando "un dato semplice e incontestabile: nei cinque anni di governo Acquaroli, il livello di gradimento è sempre stato nettamente superiore rispetto agli anni di amministrazione di centrosinistra. Il confronto con l’ultimo anno della giunta Ceriscioli a guida Pd è impietoso: più 13% di gradimento per Acquaroli".
"Un dato che parla da solo – secondo Putzu – ed evidenzia come i marchigiani abbiano apprezzato, e continuino a farlo, un governo concreto, pragmatico, vicino al territorio. Parlano fatti e risultati che stiamo portando a casa, economia e infrastrutture, turismo e sanità, dopo anni di immobilismo del Pd, che aveva spinto le Marche fuori da ogni dinamica nazionale, isolate e depotenziate per servizi e opportunità".
E anche il sondaggio Swg, per il centrodestra, non è la Caporetto che descrive il Pd a suo uso e consumo. "Acquaroli stabile e all’undicesimo posto con un gradimento che cresce" nell’esegesi di Putzu, altro che "retorica del cambiamento". "Sarebbe bene che il Pd ricordasse che i marchigiani il cambiamento lo hanno già votato nel 2020. E non si faranno certo incantare da chi cerca di riproporre ricette che hanno già sonoramente bocciato". Come a dire: i numeri veri li daranno soltanto le urne, ma su quelli nessuno oggi oserebbe scommettere.