Un ‘no’ deciso al termovalorizzatore-inceneritore dicono sia la capogruppo M5S Marta Ruggeri, sia il consigliere regionale Pd, Maurizio Mangialardi. "Un impianto inquinante – commenta Ruggeri –, che pagherebbero i cittadini con la Tari". "La giunta di centrodestra abbia il coraggio di dire – incalza il collega Mangialardi – che l’impianto sarà costruito a Corinaldo o Fano, invece di rimettere la decisione a un atto successivo. Non dicono l’ubicazione perché sanno che scoppierebbe l’inferno". "Siamo fermamente contrari a un impianto che preveda l’emissione in atmosfera di ingenti quantità di anidride carbonica a seguito della combustione dei rifiuti non riciclati – aggiunge Ruggeri –. Per il termovalorizzatore prospettato da 370mila tonnellate annue dobbiamo calcolare a pieno regime l’immissione in atmosfera di almeno 300mila tonnellate equivalenti annue di anidride carbonica: un ammontare di anidride carbonica pari a quanto ne immettono oggi in atmosfera circa 100mila automobili con motore a combustione interna, un numero paragonabile all’intero parco auto circolante nei Comuni di Pesaro e Fano".
"La verità – prosegue Mangialardi – è che la giunta regionale di centrodestra in cinque anni non ha fatto nulla. Dall’inizio del 2021, quando Aguzzi annunciò in Consiglio che avrebbe presentato il nuovo piano dei rifiuti in sei mesi e che era contrario al termovalorizzatore, non è accaduto nulla. Non avendo pianificato nei cinque anni precedenti, ora inseguono gli eventi, mentre le Marche potrebbero, nel riuso e nel riciclo dei rifiuti, diventare un modello per l’Italia e per l’Europa senza rincorrere le facili soluzioni dell’inceneritore-termovalorizzatore".
Ruggeri è anche preoccupata dai costi che ricadranno sui cittadini: "Si parla di un investimento stimato di 400 milioni, il cui onere di ammortamento andrebbe interamente a carico della Tari che pagano cittadini e imprese. Per le norme europee questi impianti non godono di contributi pubblici, non essendo coerenti con i principi dell’economia circolare e con gli obiettivi europei di decarbonizzazione (2030 e 2050). Inoltre, in Europa si sta già discutendo di fare pagare dal 2026 la ’carbon tax’ sugli inceneritori-termovalorizzatori. Questo, per un impianto che aggraverebbe i costi di gestione di diversi milioni di euro l’anno". Per Ruggeri, per "evitare facili scorciatoie" la soluzione è "incentivare la riduzione della produzione dei rifiuti (calcolando le tariffe sulla base del costo effettivo di raccolta), migliorare quantità e qualità della differenziata e realizzare i necessari impianti di riciclo e recupero".
an. mar.