
Il deputato Giorgio Fede, coordinatore regionale del Movimento Cinque Stelle
Movimento Cinque Stelle, "Dipende da Noi" e Rifondazione comunista allo stesso tavolo: stesse richieste "a tutti i partiti dell’alleanza progressista", incontri pubblici organizzati insieme su sanità e servizi socio-sanitari. Giorgio Fede, deputato M5s e coordinatore regionale, non è che state iniziando una campagna elettorale parallela?
"Guardi, noi siamo convintamente consapevoli che la ricerca dell’unità del centrosinistra è una condizione necessaria, ma attenzione, i marchigiani non cercano un nuovo leader. Certo, sarà un passaggio indispensabile, ma prima servono delle proposte di cambiamento e di discontinuità per il governo della Regione, altrimenti il giorno dopo le elezioni saremo daccapo".
Quindi?
"Quindi, e lo ripeterò fino a risultare stucchevole, definiamo un programma comune per una coalizione in cui tutti stiano in modo confortevole, mettiamoci una firma e poi individuiamo un candidato che di quel programma sia garante. Punto".
Scusi, mi risulta ci sia già un tavolo di coalizione del centrosinistra.
"C’è, ma va troppo a rilento. Ci riuniremo oggi (ieri, ndr) per la seconda volta e invece bisogna accelerare, andare avanti in modo spontaneo e non spintaneo, dopo mail e solleciti. Prenda il conclave..."
Cioè?
"I cardinali si sono chiusi nella Cappella Sistina e in tre giorni hanno eletto il successore di Francesco. Paragone ardito, ma attuale. Dico che dovremmo farlo anche noi, con le dovute differenze ovviamente".
Allora partiamo dai fondamentali. L’M5s è disponibile a stare per la prima volta in un "campo largo" nelle Marche?
"Decisamente sì. All’assemblea costituente del movimento oltre il 90% degli iscritti ha votato la disponibilità a stare in coalizione, ma a una condizione, che ci sia un programma chiaro. I nostri elettori devono sapere che cosa vogliamo fare".
La candidatura dell’europarlamentare dem Matteo Ricci vi piace?
"Non abbiamo alcuna preclusione e prendiamo atto della disponibilità data dal Pd. È sacrosanto che ogni forza politica faccia la sua proposta, infatti la faremo anche noi".
Proporrete un candidato?
"Sì, lo proporremo, pur consapevoli che il primo presupposto è stare insieme. Non vogliamo imporre nulla e sia chiaro, non è una competizione sulle poltone, quella non interessa a nessuno. È una competizione sulla migliore proposta possibile, purché radicalmente alternativa ad Acquaroli".
Parlando di programma, quali sono i punti da cui non si prescinde?
"Primo, no all’inceneritore che la Regione ha inserito nel piano dei rifiuti. Siamo per una gestione ecocompatibile, più differenziata e riciclo. Sulla sanità non serve dica nulla, il fallimento della giunta è sotto gli occhi di tutti. E poi la difesa dei beni comuni, lo stop al consumo di suolo e così via".
Ma sono le stesse cose che dice Ricci.
"Appunto, il problema è di metodo. Il programma va condiviso al tavolo di coalizione, non voglio doverlo leggere sui giornali il giorno dopo eventi o conferenze".
A proposito, Base Popolare dell’ex governatore Spacca non c’è.
"Meglio, il rinnovamento deve essere anche nelle persone. Non ci piace chi si sposta qua e là a seconda di come tira il vento, di solito sono personaggi che fanno nascere le coalizioni, ma poi le fanno anche cadere. Non dobbiamo soltanto vincere, ma anche governare, e governare bene".
E con Azione e Iv come la mettiamo?
"Siamo una forza politica nazionale, ci muoviamo secondo una storia, non con geometrie variabili. In Umbria, Liguria, Abruzzo e Basilicata in coalizione c’erano anche candidati di Iv, ma nell’ambito di liste civiche, e ci siamo stati senza problemi. Abbiamo chiesto di togliere il simbolo ovunque".
E Calenda?
"Beh, quando dice ’dobbiamo annientare i Cinque Stelle’, non possiamo che prenderne atto. Lo togliamo pure dall’imbarazzo, ma si tolga anche lui, sia coerente".