
La diga di Castreccioni (Cingoli), nel Maceratese, è una delle principali gestite dal Consorzio di bonifica delle Marche
La stagione calda si avvicina, e con essa lo spauracchio (cronico) di siccità e crisi idriche che da decenni provocano disagi in diverse zone della regione. Ma a oggi le Marche sembrano preparate ad affrontare i mesi più torridi. Benedette piogge (e non solo): gli invasi gestiti dal Consorzio di bonifica delle Marche sono già tutti pieni d’acqua, mentre procedono di buona lena le manutenzioni del reticolo idrografico, affidate al Consorzio dopo l’alluvione del 2022. Restano da completare soltanto sette dei quaranta interventi di riparazione in somma urgenza.
Francesca Gironi, presidente dell’assemblea del Consorzio di bonifica e di Anbi Marche, qual è la situazione dei cinque invasi gestiti dal Consorzio di bonifica delle Marche?
"Gli impianti sono pronti. Li abbiamo riaperti già dalla metà di aprile, ad eccezione del Musone (Castreccioni), dove erano in corso lavori di manutenzione improrogabili. Per questo, l’apertura è slittata ai primi di maggio. Quest’anno, i punti di raccolta principali godono di un ottimo stato di salute: gli invasi sono praticamente tutti colmi. Siamo partiti, quindi, in condizioni molto favorevoli. Naturalmente, le portate in ingresso sono costantemente monitorate, ma bisogna dire che la stagione invernale, soprattutto nella seconda parte, è stata discretamente piovosa e ha permesso l’accumulo di buone riserve d’acqua".
Negli anni scorsi non sempre è stato così, giusto?
"Esatto. L’anno scorso, ad esempio, alla fine dell’estate la diga di Comunanza era arrivata a un livello minimo. Per questo abbiamo dovuto razionare l’acqua, alternando la distribuzione agli agricoltori sul lato destro e sinistro dell’impianto a giorni alterni, altrimenti non saremmo riusciti a garantire l’approvvigionamento fino alla fine della stagione. Con questa minima restrizione, e grazie anche alle nuove piogge, siamo comunque riusciti a completare il servizio".
Dunque quest’anno, salvo imprevisti, non dovrebbero esserci problemi.
"Al momento gli invasi sono pieni d’acqua e nel caso di Comunanza si aggiunge una novità importante: dopo anni di attesa, l’anno scorso la diga ha ricevuto il collaudo ministeriale. Prima poteva essere riempita soltanto parzialmente per delle ragioni di sicurezza. Ora, finalmente, possiamo utilizzarla al massimo della capacità progettuale".
Quanti ettari di terreno saranno irrigati grazie agli invasi?
"La diga di Mercatale, che serve la parte nord delle Marche e deriva dal fiume Foglia, copre un bacino irriguo di 2.800 ettari. Quella sul Musone (Castreccioni) serve circa 3.900 ettari. La diga di San Ruffino, sul Tenna, ne serve altri 2.800, mentre nella vallata dell’Aso dalla diga di Rio Canale arriva acqua per irrigare circa 3.500 ettari di coltivazioni e 3.300 sono irrigati con l’acqua di Comunanza. L’irrigazione è essenziale, ma il primo uso è quello idropotabile. Poi ci sono impianti che sfruttano il movimento dell’acqua per la produzione di energia elettrica e un’altra funzione fondamentale, anche se meno visibile, è quella della laminazione delle piene. La diga di Mercatale, per esempio, ha evitato più volte che Pesaro finisse sott’acqua, regolando il rilascio dell’acqua in modo graduale in caso di precipitazioni molto intense".
Come procedono i lavori post alluvione del 2022?
"Siamo a buon punto. Abbiamo diviso i lavori in due fasi. Per la prima fase, finanziata e affidata al Consorzio di bonifica, sono stati pianificati trenta interventi e ventinove sono già stati ultimati. I Comuni interessati sono molti: tra questi, Arcevia, Pergola, Serra de’ Conti, Frontone, Serra Sant’Abbondio, San Lorenzo in Campo, Castellone di Suasa e Cantiano. Quello che resta da chiudere è proprio a Cantiano. Si tratta di un lavoro concluso, che tuttavia è stato prolungato per questioni di sicurezza, sarà terminato a settembre".
E gli interventi più recenti?
"Per la seconda fase abbiamo ottenuto un finanziamento per realizzare dieci cantieri. Quattro sono già stati completati, mentre sei sono in corso. Non abbiamo alcun cantiere ancora da avviare. Si tratta principalmente di riparazioni di ponti e di bonifiche straordinarie. In pratica, interveniamo dove torrenti e fiumi sono esondati, riprofilando e risagomando le sezioni fluviali, affinché possano tornare al deflusso naturale".
Poi c’è la manutenzione dei corsi d’acqua minori.
"Per quanto riguarda corsi d’acqua e fossi, che pur non essendo[/EMPTYTAG] grandi fiumi rivestono un ruolo essenziale per la tenuta idrogeologica del territorio, il nostro lavoro consiste nella manutenzione ordinaria: tutti gli interventi sono stati conclusi".
Belle e possibili: le grandi dighe si possono anche visitare.
"Sì, ci sono già diversi open day organizzati per fare conoscere il nostro lavoro ai cittadini. Nel week-end (sabato e domenica) e poi sabato 31 maggio e domenica primo giugno, le dighe di Mercatale, Castreccioni e Comunanza saranno aperte al pubblico e visitabili, per permettere a tutti di scoprire come funzionano queste grandi opere. Aprirle per noi equivale a condividerne il valore con il territorio e con i suoi abitanti, creando così una cultura dell’acqua diffusa".