Microplastiche nelle urine, la scoperta dell’università delle Marche: i rischi per l’uomo

Lo studio, condotto in collaborazione con l’ateneo di Salerno all’interno del progetto EcoFoodFertility, è stato pubblicato sulla rivista Toxics

Ancona, 10 gennaio 2023 – L’impatto ambientale della plastica è ormai sotto gli occhi di tutti, ma gli studi che dimostrano come i residui di questo materiale finiscano nel nostro corpo apre una prospettiva inquietante. Una ricerca pubblicata sulla rivista Toxics e condotta dall’università di Salerno e delle Marche ha scoperto tracce di microplastiche nelle urine. Quali sono i rischi per l’uomo?

Microplastiche nelle urine: lo studio

Diverse ricerche dimostrano come costantemente assumiamo microplastiche dall’habitat circostante. Cibo, aria, acqua: questo materiale sembrerebbe insinuarsi nell’organismo in svariati modi, finendo persino nella placenta e nel latte materno. Ma una recente ricerca dimostra come la microplastica sia presente anche nel nostro apparato urinario.

Lo studio, nato dalla collaborazione tra il gruppo di ricerca coordinato da Oriana Motta del Dipartimento di Medicina dell'Università degli Studi di Salerno, il coordinatore del progetto ‘EcoFoodFertility’, Luigi Montano, uroandrologo dell'Asl di Salerno e presidente della Società italiana della riproduzione umana (Siru), e il gruppo coordinato da Elisabetta Giorgini del Dipartimento di Scienze della vita e dell'ambiente dell'Università Politecnica delle Marche, ha analizzato campioni di urine di sei donatori sani, uomini e donne tra i 16 e i 35 anni, con indici antropometrici nella media provenienti da aree diverse del salernitano e dell'area Nord di Napoli.

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Toxics nell'ambito del progetto ‘EcoFoodFertility’, prima ricerca al mondo multicentrica di biomonitoraggio umano che sta indagando in diverse aree ad alto rischio ambientale la presenza di diversi contaminanti ambientali e i loro effetti sulla salute umana, a partire da quella riproduttiva. Infatti, sembrerebbe che le microplastiche nelle urine umani causino possibili danni alla fertilità.

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Cosa è stato scoperto

Durante l’analisi delle urine sono stati identificati 7 frammenti di materiale polimerico, di cui due in campioni femminili e gli altri in campioni maschili, con particelle di dimensioni tra i 4 e i 15 millesimi di millimetro (micron), cioè grandi come un batterio o un granellino di pulviscolo. Tutti i frammenti sono stati identificati chimicamente come polipropilene, polietilene, polivinil cloruro e polivinil acetato, che sono i materiali polimerici più comunemente utilizzati.

Cosa sono le microplastiche e dove si trovano

Le microplastiche sono piccole particelle di materiale plastico generalmente inferiori ai 5 millimetri che, non potendosi riassorbire nell’ambiente in modo naturale, si accumulano provocando danni all’uomo e al pianeta. Queste particelle sono i residui di plastiche di maggiori dimensioni.

"L'origine di questi frammenti potrebbe essere varia e può comprendere cosmetici, detergenti, dentifrici, creme per il viso e il corpo, adesivi, bevande, cibi o anche particelle aerodisperse nell'ambiente, per cui l'ingresso nell'organismo umano può avvenire attraverso l'alimentazione per via gastrointestinale, l'apparato respiratorio, ma anche attraverso la via cutanea", spiegano Oriana Motta ed Elisabetta Giorgini.

"L'escrezione nelle urine invece, più che dipendere dal passaggio per via glomerulare, troppo selettiva per queste dimensioni, potrebbe avvenire per via peritubulare renale attraverso meccanismi cosiddetti di endocitosi ed esocitosi, sistemi che utilizzano le cellule per inglobare grosse particelle e trasportarle da una parte all'altra", spiega Luigi Montano.

"Ovviamente - commentano gli autori - si stanno indagando altre matrici umane insospettabili che, se confermate negli esperimenti in corso, dimostrerebbero quanto la contaminazione della plastica, che ormai sembra una costante in particolare nel sistema gastrointestinale di specie acquatiche, sia da considerare un'emergenza da affrontare nell'immediato".

Quali sono i rischi?

"Diversi, infatti, sono gli studi che indicano come il nostro organismo reagisca alla presenza di corpi esterni e di come la plastica alteri alcuni processi metabolici. D'altronde, le stesse microplastiche fanno da vettori per altri tipi di contaminanti ambientali che legandosi ad esse procurano ulteriori danni all'interno del nostro organismo a partire proprio dagli organi riproduttivi, particolarmente sensibili agli inquinanti chimici", conclude Montano.