Caffè, olio, pane, pasta, latte e via così: ingredienti immancabili nelle cucine italiane, e marchigiane, ma sempre più costosi. Tra gli scaffali dei supermercati, infatti, i cittadini delle Marche (e un po’ di tutta l’Italia) hanno osservato un aumento significativo dei prezzi dei prodotti alimentari, aumenti anche considerevoli in poco più di tre anni. Dati alla mano (raccolti dall’Osservatorio prezzi e tariffe del Ministero delle imprese e del made in Italy), abbiamo infatti confrontato i prezzi di una spesa media fatta a gennaio del 2022 con quelli della stessa spesa fatta però a gennaio di quest’anno. Il risultato è un salasso: gli stessi dieci prodotti, nelle stesse quantità, a distanza di tre anni costano in totale circa 10 euro in più. La provincia meno costosa è quella di Ancona, anche se il rincaro è stato notevole.
Nell’Anconetano, infatti, il costo medio per una spesa di beni più o meno comuni (comunque tra i più diffusi) è di 41,03 euro nel 2025, con un aumento di oltre 11 euro rispetto ai 29,97 euro del 2022. Eppure è comunque inferiore, anche se di poco, rispetto alla stessa spesa fatta però nelle province di Macerata e di Ascoli, le uniche altre due città marchigiane analizzate dai dati dell’Osservatorio prezzi e tariffe del ministero. Alcuni prodotti hanno subìto dei rincari molto marcati in tutto il territorio marchigiano. Nello specifico, ad Ancona il prezzo dell’olio è quasi raddoppiato, passando da 4,08 a 8,81 euro al litro, così come quello del caffè, che è salito da 9,28 a 13,61 euro al chilo. Anche la farina e il riso mostrano aumenti significativi, rispettivamente da 0,80 a 1,09 euro e da 2,05 a 2,92 euro. Solo alcuni prodotti, pasta e pane fresco, hanno visto lievi diminuzioni di prezzo, attestandosi rispettivamente a 1,89 euro e 3,68 euro.
Situazione analoga si registra a Macerata, dove la spesa media è cresciuta da 30,5 euro a 41,77 euro, con una differenza di 11,27 euro in tre anni, dal 2022 al 2025. Anche qui, l’olio ha subìto un rincaro importante, passando da 4,09 a 8,69 euro al litro, come anche il caffè, aumentato da 9,22 a 13,62 euro. Anche il pane fresco, nel Maceratese, ha subìto un rialzo, passando da 3,97 a 4,37 euro, così come il latte scremato, passato da 0,97 a 1,13 euro. La farina, i biscotti e la passata di pomodoro sono anch’essi aumentati, seppur in misura più contenuta. Ad Ascoli, l’aumento complessivo è leggermente più contenuto, ma comunque significativo: si passa dai 32,45 euro del 2022 ai 41,45 euro del 2025, segnando così una differenza sul costo del carrello della spesa di 9 euro.
Anche nella provincia picena il prezzo dell’olio è quasi raddoppia, da 4,57 a 8,51 euro al litro, come anche il caffè, che cresce da 10,12 a 13,86 euro al chilogrammo. Il pane fresco si posiziona a 4,37 euro, in aumento rispetto ai 3,97 euro del 2022. Interessante notare che il prezzo del latte scremato, invece, è diminuito da 1,74 a 1,15 euro, mentre il cioccolato ha visto una lieve flessione da 1,51 a 1,45 euro al chilogrammo. Questi aumenti influenzano direttamente il potere d’acquisto delle famiglie marchigiane: non a caso, l’inflazione nella regione ad aprile del 2025 è all’1,9%. Rispetto al resto d’Italia, le Marche si collocano nella parte centrale della classifica nazionale relativa al costo della vita stilata dall’Unione nazionale dei consumatori, che tiene in conto l’incremento della spesa familiare nelle diverse città italiane. Bolzano, Imperia e Como guidano la classifica con incrementi per famiglia rispettivamente di 796, 788 e 725 euro.
Le province marchigiane si posizionano nella fascia centrale della classifica: Macerata al 34esimo posto con un rincaro di 487 euro (inflazione al +2,2%), seguita da Ascoli al 42esimo con 443 euro (+2%) e Ancona al 58esimo con 378 euro (+1,6%). In coda, nelle posizioni migliori, si trovano invece Parma, Sassari e Catanzaro, con aumenti più contenuti, tra 248 e 214 euro, accompagnati da tassi di inflazione inferiori all’1,2%. Con una media di 436 euro in più all’anno per famiglia, le Marche si posizionano all’undicesimo posto tra i territorio più cari in Italia. ll primo posto, con un rincaro di 668 euro, è saldamente occupato dal Trentino-Alto Adige.